Attualità
24 Luglio 2020
Il concerto previsto a Grisù cambia location dopo le polemiche. Arci si dissocia, Rete Cambiavento invita al boicottaggio. Azione Universitaria e Azione Studentesca: “Spazio negato a chi ha la sola colpa di essere vicino alla destra”

Skoll a Ferrara, “oltraggio ospitare un cantante neofascista”

di Elisa Fornasini | 6 min

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È definito “il cantante identitario più rilevante della scena italiana”, ha suonato in varie occasioni per per CasaPound e Forza Nuova, ed è considerato un punto di riferimento, a livello musicale, per i movimenti di estrema destra. Parliamo di Skoll, nome d’arte di Federico Goglio, che si sarebbe dovuto esibire sabato 25 luglio a Factory Grisù. La data è rimasta invariata, ma verrà cambiata la location.

Il concerto, organizzato da Azione Universitaria e Azione Studentesca di Ferrara sotto lo slogan “La comunità riprende il cammino dopo l’emergenza sanitaria e lo fa alla grande”, ha infatti scatenato una scia di polemiche.

Perché questo “cammino” conduce la città estense ad ospitare una figura finita a processo per apologia del fascismo, dopo aver fatto il saluto romano alla commemorazione di Sergio Ramelli, il militante del Fronte della Gioventù ucciso il 29 aprile 1975 a colpi di chiave inglese da esponenti di Avanguardia Operaia.

Per quei fatti, avvenuti nell’aprile 2013 a Milano, Goglio insieme ad altri militanti di estrema destra, fu condannato in primo grado e poi assolto in appello. Pronto per tornare a cantare “Più caro agli dei è chi prima se ne va” e “Noi sempre in piedi a gridare il suo nome avambracci distesi, la pace e l’onore”, tratti dalle due canzoni dedicate alla storia di Ramelli.

Il cantautore è spesso al centro delle polemiche, e lo spettacolo di “rock identitario” a Ferrara non è da meno. La voce si è sparsa in fretta nel gruppo social delle Sardine ed è arrivata fino ad Arci che ha “appreso con sconcerto dell’esibizione di un cantautore dalle simpatie neofasciste, già denunciato per apologia di fascismo. La nostra città, insignita della medaglia d’argento al valor militare per la sua lotta durante la Resistenza, non merita questo oltraggio. L’Arci di Ferrara e le associazioni affiliate ad Arci presenti all’interno del Consorzio Grisù si dissociano totalmente da questa iniziativa”.

Ancora più duri i toni usati dalla Rete Cambiavento: “Riteniamo vergognoso e indecente che sia stata data la possibilità a questo cantautore neofascista, protagonista di palesi atteggiamenti riconducibili all’apologia del fascismo, di esibirsi a Grisù, da sempre piazza aperta e democratica – commenta il portavoce Federico -. A meno che il vento non sia cambiato anche nel consorzio… Auspichiamo che il concerto venga annullato ma, in caso di conferma, seguiranno pressioni e boicottaggio totale da parte della cittadinanza democratica e antifascista ferrarese. Siamo veramente intransigenti su questo, è una macchia indelebile nella storia di Grisù”.

Una serie di pressanti contestazioni che ha spinto gli organizzatori a fare una riunione d’urgenza, confermando il concerto ma non la nuova località che verrà definita a breve. “È inaudito come ancora nel 2020 sia negato lo spazio ricreativo e culturale alle associazioni vicine alla destra – tuonano da Azione Universitaria e Azione Studentesca -. Noi non indietreggiamo di un singolo passo, ma dispiace vedere come gli spazi liberi e pubblici del Grisù siano stati costretti ad annullare l’evento con un vero e proprio assalto mediatico nei confronti degli organizzatori, che nulla avevano fatto se non proporre il concerto di una persona di cultura, incensurata e con la sola colpa di essere vicino agli ambienti della destra“.

Una “mobilitazione delle varie tonalità di rosso della sinistra ferrarese” che i movimenti universitari di destra vedono come una “campagna diffamatoria basata su fake news con il solo scopo di negare un momento di socialità ad associazioni schierate su posizioni diverse da quelle dell’intellighenzia culturale ferrarese”. Perché “Federico Goglio, cantautore con quasi 20 anni di attività, diverse pubblicazioni editoriali alle spalle e collaborazioni istituzionali importanti tra le quali anche con la Camera dei Deputati, non è stato condannato per apologia di fascismo. Anzi, è stato assolto da questa accusa infondata con formula piena per insussistenza del fatto”.

“La sinistra locale non ha fatto altro che intimidire, insultare e aggredire gli organizzatori dell’evento, le sottoscritte associazioni e il Consorzio Grisù, senza neppure verificare quanto da loro affermato, esponendosi così anche ad azioni legali – riferiscono da Azione Universitaria e Azione Studentesca -. Un fatto particolarmente grave visto che in queste dichiarazioni si sono lanciati anche consiglieri comunali di opposizione e personaggi pubblici cittadini, affermando cose false”.

Tra di loro Ilaria Baraldi (Pd): “La notizia è sconvolgente in sè. Ferrara non merita questo. Non lo merita nessuna città che ha vissuto l’orrore del fascismo, certamente non lo merita la memoria di chi ha combattuto durante la Resistenza, non lo meritano le cittadine e i cittadini che si riconoscono nella Costituzione e nei valori dell’antifascismo. Non è affatto vero che tutte le opinioni siano legittime. Chi si riconosce nelle idee del fascismo, della violenza, della prevaricazione, dell’oppressione, non può avere un palco. Che succeda a Grisù mi ferisce doppiamente. E non mi si tiri fuori la proprietà pubblica dell’ex caserma. Il “pubblico”, le istituzioni, devono riconoscersi nei valori dell’antifascismo. Altrimenti stiamo assistendo inerti alla trasformazione di questa città. Ringrazio le associazioni del consorzio che si sono dissociate”. Ad aver già confermato la propria partecipazione all’evento è invece l’assessore comunale Alessandro Balboni (FdI), ex presidente di Azione Universitaria.

Non è invece di sinistra, ma ugualmente indignata, la voce della consigliera comunale Anna Ferraresi (Misto), che si chiede “se l’amministrazione, nella persona dell’assessore alla cultura che patrocina molti degli eventi all’interno del Consorzio Factory Grisù, è a conoscenza del fatto che un indagato e poi processato per reato di apologia del fascismo si esibisca in una area aperta a tutti, bambini e famiglie nelle città di Ferrara che nel 1988 insignita della Medaglia d’Argento al Valor Militare per i sacrifici delle sue popolazioni e per la sua attività partigiana. Lo stesso Alan Fabbri allora sindaco di Bondeno  nel 2011 durante le celebrazioni  del 25 Aprile invitava  ‘a non dimenticare la storia’ e Paola Castagnotto (Anpi) ringraziarlo per le parole. Sempre Alan Fabbri ha ricordato in alcune occasioni del nonno partigiano e che lui stesso si è definito anti-fascista. Cosa ne pensa di questo evento? Non vorrei mai vedere lo spettro del fascismo rinascere dalle ceneri! Ferrara ha pagato a caro prezzo la libertà”.

Un polverone mediatico che ha colpito il presidente del Consorzio Grisù Massimo Marchetto che conferma la decisione di spostare il concerto perché “non ci sono più le condizioni per garantire uno svolgimento sereno e in sicurezza dell’evento”. E che intende chiarire il funzionamento di Grisù, “uno spazio pubblico aperto a tutti. Siamo abituati a concedere lo spazio senza entrare nel merito, non può essere un nostro compito fare il check del casellario giudiziario dei cantanti che vengono a suonare qui”.

Un metodo che ha funzionato per quattro anni, “ma che ora deve essere ripensato – ammette Marchetto -. Faremo una riunione per rivedere il regolamento di accesso agli spazi ed evitare di dire sì a tutto.  Però sono dispiaciuto del fatto che questo fraintendimento sia diventato un’occasione di polemica pesante, siamo un gruppo di imprese che si è insediato qui per lavorare e non per diventare un’arena di scontro tra partiti”.

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