La storica Antonella Guarnieri, per il Centro di documentazione del Museo del Risorgimento e della Resistenza del Comune di Ferrara, ha accompagnato numerose persone in un percorso storico che ha ricostruito i primi mesi dello squadrismo agrario, centrando l’attenzione sulle violenze e le uccisioni che il fascismo, in mano ai grandi proprietari terrieri, esercitò non solo in provincia, ma anche in città
È giusto parlare ai bambini di violenza di genere? Quando si può iniziare ad educare all’empatia e al rispetto per gli altri? Queste le prime domande poste al pubblico durante l’evento di presentazione della favola dal titolo: “Libera come una libellula e coraggiosa come un’ape”
Stanto a quanto comunicato da Fials (Federazione Italiana Autonomie Locali e Sanità) "sale la tensione all’interno del Spoi" (Servizio Psichiatrico Ospedaliero Intensivo) dell'ospedale del Delta dove "protestano i professionisti coinvolti, che negli ultimi mesi registrano un ulteriore peggioramento delle loro condizioni di lavoro, rispetto alle criticità già segnalate"
L’occasione dell’assemblea, prevista per sabato 4 maggio alle ore 10 presso la Sala Agnelli della Biblioteca Ariostea, consentirà alla Deputazione di promuovere il suo nuovo deposito librario, che grazie alla disponibilità del Comune di Ferrara è ora ospitato presso l’affascinante contesto di Casa Gombi
"Quando abbiamo visto il disastro che aveva colpito le zone della Romagna - mettono in evidenza Marco e Daniele Malossi, presidente dell'Associazione Nati con la Calzamaglia (Nclc) e di Rivana Garden - abbiamo subito pensato alle nostre origini". "Non per niente -...
Un Alfio Finetti dei grandi sentimenti. Chi ha conosciuto Alfio Finetti attraverso gli spettacoli o le sue cassette, dischi, cd o su Youtube, lo identifica prevalentemente come cabarettista, un po’ giullare, raccontatore di barzellette. A parte il suo capolavoro: “Al re dlà misèria”, non cantava quasi mai canzoni che non fossero ironiche o allegre. Preferiva far sorridere la gente stigmatizzando, nelle sue canzoni, tic o difetti di chi lo circondava, sempre garbatamente, senza mai offendere alcuno.
Nei testi delle canzoni, barzellette, o in quelli dei suoi indimenticabili monologhi, non trascendeva mai. Qualche garbato doppio senso, qualche storiella un po’ salata, ma niente di volgare e men che meno d’offensivo. Risentendolo, in questi giorni di “prigionia”, ho riscoperto diverse sue canzoni, scritte col cuore, nel quale albergavano indubbiamente sentimenti quali sensibilità e bene verso il prossimo. Non tutte le canzoni erano totalmente sue, ebbe diversi collaboratori, ma le scelte artistiche erano sicuramente sue e difficilmente sbagliava.
Mi ha particolarmente colpito “Sa fus bón”. Un messaggio d’amore verso chi l’Umanità che lo circonda. Rime molto semplici, forse volute, perché dirette verso la “sua gente semplice”, ma il messaggio arriva… eccome che arriva! Ho chiesto a Rita Finetti, la figlia del grande Alfio, di potervela proporre. Ha accettato di buon grado, anzi, mi ha fatto pervenire foto inedite di famiglia che propongo nel video. Mi ha dato pure utili consigli, per cui posso affermare che il video stesso, porta pure la sua firma. Grazie Rita e… grazie grande Alfio, non ti dimenticheremo!
SÀ FÙS BÓN
Al Mónd l’è ‘na scaràna
malférma e spirulà,
casìn ad tutt ill ràza
la “Bàla” l’è gripà.
Al nòstar Padretéran
l’è tròp indafarà,
nisùn fa piu miràcul
al Mónd l’è ruinà.
Sa’ fus bón ad far star bén
i puvrìt e i śgrazià,
sa’ fus bón ad far guarìr
tuti quant i amalà.
Sa’ fus bón ad dar la pàś
int ill guèr chi è scatenà,
regalàr a chi an gh’l’à brìśa
un puchìn ad libertà.
Sa’ fus bón ad far surìdar
chi putìn ch’i’è afamà,
sa’ fus bón ad far śgagiàr
tut i quanti gl’imbalzà,
regalàr soquànti càmar
a quéi che al sfràt i gh’à mandà,
védar rìdar un anziàn
che tant ann l’à laurà.
In slà panchina dì zardìn
ripusàr un pensionà,
la nunìna col putìn
ch’la spatéza in zà e in là,
sénza làdar e malfatór
chi it dà sémpar dill fregà,
e lasàr déntar in galèra
chi sl’è pròpria merità.
A panzinsù in mèz a l’èrba
ripusar in mèz al prà,
e po’ cantàr a sguarciagola
una canzón in libertà,
dàr ‘na pàca int ‘na spàla
a chi à sémpar tribulà,
a dir :!
Sa’ fus bón ad dàr la voś
a chi a nà mai ciacarà,
a tut i’òrb dàragh la vìsta
par guardàr al sól e al màre,
ai sórd fàragh sintìr
i so’ fió a ciacaràr,
e ai mùt dàragh la vóś
par bravàr e imprecàr.
E sé tut quést l’è impusìbil
cuntinuén a supurtàr,
finchè un dì al Padretèran
al viéna chi a sistemàr,
a dàr dì càlz int al sedére
a chi à sémpar fàt dal mal,
e par i’unèst ch’agh n’én ancóra
finalmént un póch ad pàś.
la la la la la la la la la la …
A dàr dì càlz int al sedére
a chi à sémpar fàt dal mal,
e par i’unèst ch’agh n’én ancóra
finalmént un póch ad pàś…
par i’unèst ch’agh n’én ancóra…
finalmént un póch ad pàś…
(Traduzione) SE POTESSI
Il Mondo è una sedia ,
mezza rotta e scollata,
casino d’ogni specie,
la palla è grippata,
il nostro Padreterno,
è troppo indaffarato
nessuno fa più miracoli
il Mondo è rovinato.
Se in grado di far del bene
per i poveri e i disperati,
se potessi far guarire
tutti quanti gli ammalati,
se potessi di portar la pace
nelle guerre scatenate,
regalare a chi non ce l’ha
un poco di libertà.
Se potessi di far sorridere
dei bambini affamati,
se potessi rendere furbi
tutti quanti gli ingenui,
regalare alcune camere
a chi fu sfrattato di casa,
veder sorridere un anziano
che tanti anni lavorò.
Nella panchina dei giardini
far riposare pensionato,
la nonnina col bambino
che passeggia qua e là,
senza ladri e malfattori
che rifilano sempre fregature,
e lasciare in prigione
chi proprio se lo meritò.
A pancia in su in mezzo all’erba
riposare in mezzo al prato,
poi cantare a tutta voce
una canzone in libertà,
dare una pacca sulla spalla
a chi ha sempre sofferto,
dirgli: .
Se potessi dar la voce
a chi mai parlò,
e ai ciechi ridar la vista
per vedere il sole e il mare,
e ai sordi far sentire
i loro figli parlare,
e ai muti dar la voce
per discutere e imprecare.
E se tutto ciò è impossibile
continuiamo a sopportare,
finchè un giorno il Padreterno
venga qui a organizzare,
a dar calci nel sedere
a chi ha sempre fatto del male,
e per gli onesti che ci sono ancora
finalmente un po’ di pace.
La…la…la…la…la…
A dar calci nel sedere
a chi ha sempre fatto del male,
per gli onesti che ci sono ancora
finalmente un po’ di pace…
Per gli onesti che ci sono ancora
finalmente un po’ di pace… !
Grazie per aver letto questo articolo...
Da 18 anniEstense.comoffre una informazione indipendente ai suoi lettori e non ha mai accettato fondi pubblici per non pesare nemmeno un centesimo sulle spalle della collettività. Il lavoro che svolgiamo ha un costo economico non indifferente e la pubblicità dei privati non sempre è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge e, speriamo, ci apprezza di darci un piccolo contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di ferraresi che ci leggono ogni giorno, può diventare fondamentale.
OPPURE se preferisci non usare PayPal ma un normale bonifico bancario (anche periodico) puoi intestarlo a:
Scoop Media Edit IBAN:IT06D0538713004000000035119 (Banca BPER)
Causale:Donazione perEstense.com