Cronaca
14 Giugno 2020
Otto sigle regionali proclamano l'astensione dalla mensa per protesta sulle modalità di identificazione degli agenti indagati per le presunte torture avvenute nel carcere campano

Sindacati solidali con gli agenti del carcere di Santa Maria Capua Vetere

di Redazione | 2 min

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Astensione dalla mensa ordinaria di servizio fino a quando dall’amministrazione centrale non ci saranno dei segnali. È la decisione presa da otto sigle sindacali regionali della Polizia penitenziaria contro le modalità con le quali sarebbero stati identificati e notificati atti giudiziari agli agenti della casa circondariale di Santa Maira Capua Vetere, dove è in corso un’indagine per presunte torture nei confronti dei detenuti che avevano protestato per avere protezione durante l’emergenza Covid-19.

“Se i fatti esposti dal personale di Polizia penitenziaria ivi in servizio e dalla stampa dovessero essere confermati, si sarebbe consumata una scena vergognosa, lesiva dei diritti umani e della dignità di un intero corpo di polizia, laddove, alla presenza di esponenti della magistratura, personale dell’Arma dei Carabinieri avrebbe proceduto all’identificazione e alla notifica di atti giudiziari, previa esibizione del documento di identità, ai poliziotti penitenziari che, in divisa, facevano ingresso in istituto”, si legge nella nota congiunta firmata da Sappe, Osapp, Uil, Sinappe, Cisl, Uspp, Cgil e Cnpp e inviata, tra gli altri, al ministro della Giustizia Alfondo Bonafede.

“Il tutto sarebbe accaduto nel piazzale antistante l’ingresso dell’istituto, in violazione del diritto alla riservatezza e alla privacy, in maniera, a parere degli scriventi, inspiegabilmente plateale, oltre al fatto che sarebbe avvenuto in presenza dei familiari dei detenuti da ammettere ai colloqui, screditando completamente la funzione di ogni appartenente al corpo”, sottolineano i sindacati che si dichiarano indignati “dinanzi alla profonda umiliazione che avrebbero subito i nostri colleghi per una ingiustificabile procedura che, probabilmente, non si è mai verificata in precedenza”.

Le sigle non contestano l’indagine ma, scrivono, “non possiamo però esimerci dal rifiutare categoricamente il trattamento ricevuto in tale circostanza. La sensazione di rabbia e l’indignazione per quanto accade ormai quotidianamente negli istituti penitenziari è forte e l’intenzione di mostrare vicinanza e solidarietà a tutti i colleghi che si sentano colpiti, anche in prima persona, da questa evidente discriminazione verso questo corpo di polizia è altrettanto forte e risonante”.

Da qui nasce la decisione di esprime con un gesto la propria solidarietà al personale di Santa Maria Capua Vetere, estendendo lo stato di agitazione a tutti gli istituti di pena dell’Emilia-Romagna, proclamando “nelle more della definizione di ulteriori eventuali forme di protesta, l’astensione dalla mensa ordinaria di servizio” a partire da venerdì.

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