Spal
7 Aprile 2020
L'ex biancazzurro ai taccuini di Estense.com: "L'organico è da salvezza, ma c'è forse stato qualche errore. Non tutte le colpe sono di Semplici"

Salvezza Spal. Parla Zamuner: “Se si torna a giocare, c’è margine per l’impresa”

di Redazione | 5 min

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Giorgio Zamuner (foto di Spal Ferrara)

di Davide Soattin

Intervistato in esclusiva da Estense.com, l’ex centrocampista dei biancazzurri Giorgio Zamuner – che da pochi giorni ha risolto il contratto da direttore generale con il Padova – ha risposto a diverse domande sul momento attraversato dalla Spal in queste settimane di stop forzato per via dell’emergenza Coronavirus, dalle difficoltà che si potranno incontrare in vista di un’eventuale ripresa a quelli che sono stati gli effetti della gestione Di Biagio, analizzando anche le residue chances di salvezza di Petagna e compagni.

Giorgio, se pensi alla tua vita da ex calciatore, quanto può essere difficile tornare a giocare dopo un momento così?

“La mia speranza è che questa pandemia si risolva presto. E penso che sia il pensiero e la priorità di tutti. Questo virus ci ha presi di sprovvista e nessuno si poteva immaginare una catastrofe del genere ai giorni nostri. Poi, una volta passato questo momento, è giusto che il calcio riparta, ma solo quando non ci sarà più nessun rischio per giocatori e tifosi durante le partite e la sicurezza sarà massima. Credo che una volta che verrà dato il via libera non ci vorrà molto per ritrovare la normalità e tornare a parlare di calcio giocato. I risultati che sentiamo ogni giorno ci dicono che siamo sulla strada giusta, ma anche che dobbiamo continuare a essere bravi e rimanere a casa. Qualche sacrificio va fatto per uscire al più presto dal tunnel”.

Tante ipotesi al vaglio per la continuazione del campionato. Secondo te, quale verrà scelta e quale sarebbe la migliore per la Spal?

“Per sapere quale scelta verrà adottata bisognerà chiedere ai vertici. Io mi auguro che venga scelta quella più giusta, ovvero quella che prevede il tentativo di portare a termine il campionato. In questi giorni ne sto leggendo e sentendo di tutti i colori, ma è logico che se ci fosse una scelta accomodante per non passare la prossima stagione seduti nelle aule dei tribunali, spero venga tenuta in considerazione. Quella della Spal è una situazione particolare e, se devo ragionare da tifoso, la via più auspicabile è quella per cui si provi ad optare per la sospensione del campionato senza retrocessioni. Fermo restando che, a mio avviso, si dovrebbe provare a terminare i giochi che sono rimasti aperti”.

La salvezza è ancora un obiettivo raggiungibile? Ci sono speranze dopo la vittoria di Parma? 

“La stagione della Spal è stata sfortunata. All’inizio ha perso per infortunio giocatori importanti in ruoli cruciali come nel caso di Fares, D’Alessandro e Di Francesco, oltre che Lazzari, ceduto giustamente alla Lazio. Penso che sia comunque una squadra che si potrebbe meritare più punti di quelli che ha. Negli ultimi incontri ho visto una leggere inversione sia come spirito che a livello di prestazione in campo. E questo può far sperare in un mezzo miracolo. La crescita nelle sfide contro Lecce, Juventus e Parma mi fa pensare a un trend positivo, anche se il campionato si è purtroppo fermato. Se si dovesse ripartire, l’impresa resterà ardua, ma ora hanno recuperato quasi tutto l’organico e potrebbero avere un’arma in più. La situazione di classifica è difficile, ma sono chiamati a lottare fino alla fine perché c’è margine e i punti in palio sono ancora tanti”.

Cos’è cambiato da Semplici a Di Biagio? Cambiare Semplici è stata una scelta giusta?

“Faccio un piccolo preambolo: Semplici, Vagnati, i Colombarini e Mattioli faranno sempre parte di quelle persone che a Ferrara si ricorderanno a vita. Sono entrati di prepotenza nella storia della società e si sono resi protagonisti della cavalcata che ha portato i biancazzurri di nuovo in Serie A. Ora non so che cosa sia successo quest’anno, ma la Spal non è riuscita a fare lo stesso percorso dei due anni precedenti e quindi, giusto o sbagliato che sia, alla fine in queste situazioni paga sempre l’allenatore. La società così ha deciso per ingaggiare Di Biagio e il gruppo, come spesso accade, sembra che abbia tirato fuori nuove motivazioni e un nuovo entusiasmo, insomma qualcosa di diverso. Non mi sento però di dire che la situazione di classifica sia esclusivamente una colpa di mister Semplici”.

Da direttore sportivo, credi siano stati fatti degli errori di programmazione a inizio anno?

“A mio avviso, l’organico della Spal è da salvezza. Ma è anche vero che quando sei ultimo è perché qualche errore lo hai fatto. Non penso però abbiano sbagliato la campagna acquisti. A gennaio, per esempio, devo dire che hanno operato bene, chiaramente con riferimento alle indicazioni fornite dalla proprietà. I loro movimenti li hanno fatti e ciò dimostra che hanno ancora tutta la loro voglia di mantenere la categoria. Comunque vada, mi auguro che il pubblico ferrarese possa applaudire questa dirigenza. Anche se hanno commesso degli sbagli, vanno perdonati senza alcun dubbio”.

A proposito di pubblico, c’è un messaggio che vuoi lasciare ai tifosi ferraresi?

“Ho sempre nutrito grande simpatia per Ferrara. Purtroppo è una piazza che ho vissuto solo in C e in parte in B, ma devo dire che si respira un entusiasmo davvero contagioso e sentire il calore dei tifosi è bellissimo. Sembra di stare in uno stadio inglese in cui tutti battono le mani. Giocare al Paolo Mazza ti fa sentire importante, è una di quella realtà in cui un calciatore va a giocare con la giusta dose di stimoli e piacere. L’augurio è che possano rimanere in Serie A per tanti anni ancora, mantenendo la stessa carica di quando giocavo io e che ancora oggi si respira”.

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