Attualità
26 Novembre 2019
Antonella Guarnieri presenta i suoi studi sugli eccidi del castello Estense e del caffè del Doro

Nell’eccidio del Castello i fascisti volevano uccidere anche Giorgio Bassani

di Redazione | 3 min

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Due tragici e importanti anniversari cadono a Ferrara 15 e 17 novembre: l’eccidio del Castello Estense del 1943, dove probabilmente tra gli arrestati doveva essere anche Giorgio Bassani, e l’eccidio del caffè del Doro del 1944.

Ne ha parlato Antonella Guarnieri, storica e referente del museo del Risorgimento e della Resistenza in due conferenze: giovedì 14 novembre alle 16 al museo si è parlato di ‘15 novembre 1943: il primo eccidio di civili della RSI, tra storia, letteratura e cinema’ e venerdì 15 novembre alle 21 al centro sociale Doro ‘L’eccidio del 17 novembre 1944: la RSI a Ferrara e la violenza come paradigma di governo’.

“È un dovere ma anche un piacere per me rendere pubblico questo lavoro di ricerca sulla mia città che mi accompagna da una vita – ha spiegato Antonella Guarnieri-. Tema di questi due incontri è spiegare come l’Rsi abbia governato attraverso il terrore, con l’idea della vendetta, e di come nel nostro territorio con le sue caratteristiche, pianeggiante e senza luoghi in cui nascondersi, vi sia stato un antifascismo che ha resistito. Un documento dell’Ovra parla di un gruppo che gravitava attorno ad Alda Costa del quale facevano parte comunisti, socialisti, azionisti e giovani ebrei come Giorgio e Matilde Bassani, interpartitico ed interclassista, caratteristiche che saranno poi dello stesso Cln”.

Come raccontato da Giorgio Bassani in ‘Una notte del ‘43’ e da Florestano Vancini nel suo film ‘La lunga notte del ‘43’, all’alba del 15 novembre furono uccisi per rappresaglia 11 antifascisti, tra il fossato del castello Estense e le mura. La rappresaglia era dovuta all’omicidio del gerarca Igino Ghisellini, che era stato incaricato di ricostruire la federazione ferrarese del Partito Fascista Repubblicano dopo l’8 settembre.

Da sempre si è ritenuto che ad assassinare il reggente del Pfr fossero stati i partigiani, e il ritrovamento di nuovi documenti e testimonianze potrebbe portare ad ampliare e a chiarire molti punti che nella vicenda sono rimasti fino ad oggi oscuri. Noto è che Ghisellini volesse denunciare casi di ruberie all’interno del Pfr, di cui era venuto a conoscenza.

“Quella notte del 14 novembre andarono anche a cercare Giorgio Bassani, che nel frattempo era fuggito – ha spiegato Antonella Guarnieri-, lo scrittore infatti con il suo racconto rende onore ai compagni che non si erano allontanati dalla città, ed è stato per Bassani un lavoro dolorosissimo, quasi di catarsi. Questa storia, insieme al film di Vancini, mostra la scure di paura che cadde su Ferrara: come raccontava il regista, il giorno dopo la strage vi erano moltissime persone a capo chino davanti alla sede del partito fascista in viale Cavour per prendere la tessera”.

Altro terribile eccidio che Ferrara subì fu quello del 17 novembre 1944, in cui sette antifascisti furono uccisi dai nazisti davanti al Caffè del Doro.

“Questa è stata l’ultima delle quattro stragi perpetrate a Ferrara dai fascisti e dai loro alleati nazisti. Solo in quest’ultima, ed in quella dell’agosto ’44 che tolse la vita a Donato Cazzato e Mario Zanella, furono soldati tedeschi a sparare- ha spiegato la relatrice-. Il capo della provincia, alla fine del ’44 era Altini che aveva sostituito Vezzalini, noto per l’eccidio del Castello. Le stragi commesse sotto il suo mandato, le due della Certosa e quella del Doro, evidenziano come sia Vezzalini sia Altini dipendessero da un potere centrale che aveva fatto della repressione violenta il proprio metodo di lavoro”.

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