Più di duecento persone si sono raccolte di fronte alla prefettura per esprimere solidarietà al popolo curdo e portare alcune istanze sul tavolo del governo italiano.
Il sit-in, organizzato dal gruppo Gad e a cui hanno aderito Prc, Usb, Pap, Pci, Pd, il Battito della città, Rete Cambiavento, Collettivo Studentesco OXI, Arcigay, Arcilesbica, PortAmico, Cittadini del Mondo, Emergency, Associazione Nigeriana, Cgil, Cisl, L’Altra Emilia-Romagna, La Sinistra per Ferrara e Sinistra Italiana, è stato accompagnato da letture tratte da racconti di partigiani che hanno combattuto in prima linea assieme ai curdi.
È stata anche letta una lettera delle donne del battaglione Ypg. In mezzo a striscioni di critica feroce contro l’atteggiamento militare di Erdogan, si è fatta strada una delegazione, che ha incontrato il prefetto vicario Pinuccia Niglio.
“Raccogliendo l’appello dei docenti, studenti e personale dell’università del Rojava e di Kobane – hanno detto i rappresentanti dei manifestanti – chiediamo al governo italiano di intervenire affinché gli organismi internazionali, a partire dall’Europa, si adoperino per porre fine all’occupazione armata da parte della Turchia della regione del Rojava. Qualora questo non avvenga, chiediamo che si proceda al ritiro dell’ambasciatore italiano”.
Un’ulteriore richiesta prevede “l’apertura dei corridoi umanitari in soccorso a feriti e profughi e soprattutto l’immediata interruzione della fornitura degli armamenti da parte dell’Italia al governo di Ankara”.
Il vicario del prefetto ha raccolto le motivazioni per portarle in sede di governo.
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