Politica
1 Ottobre 2019
Infuocato dibattito in consiglio sui costi della politica. Merli (Pd): "Macroeconomia sistemica? In commissione aveva detto altro, non prendiamoci in giro"

L’assessore Travagli difende gli aumenti alla giunta: “I cittadini non ci hanno chiesto riduzioni di stipendio”

di Ruggero Veronese | 4 min

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L’aumento di stipendio del 10% della nuova giunta comunale è dovuto alla necessità di avere una “visione macroeconomica molto più ampia, positiva e sistemica da parte di chi amministra”. Questo almeno il pensiero dell’assessore al personale Angela Travagli, protagonista lunedì pomeriggio di un animato e polemico dibattito in consiglio comunale sulla questione dei costi della politica.

L’assessore ha infatti messo al voto una delibera che proponeva di diminuire l’ammontare dei gettoni di presenza dei consiglieri (da 91 a 82 euro per le riunioni dell’assemblea e da 48 a 43 per le commissioni) e allo stesso tempo di aumentare l’indennità del presidente del consiglio (Lorenzo Poltronieri), che da 2.720 euro al mese torna a 3.217 euro come nell’era pre-Tagliani. Una delibera che ha suscitato forti perplessità dall’opposizione che chiedeva attraverso un emendamento del Pd, sostenuto da Azione Civica e Movimento 5 Stelle ma bocciato dalla maggioranza (Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia), di ‘scorporare’ la delibera in due voti distinti, dando così la possibilità ai consiglieri di votare a favore della riduzione dei gettoni ma contro l’aumento per il presidente del consiglio.

Proprio la questione dell’indennità di Poltronieri fa tornare d’attualità la questione degli stipendi degli assessori. Nell’annunciare il voto contrario alla delibera Roberta Fusari di Azione Civica lancia infatti una frecciata alla nuova amministrazione: “anche senza guadagnare più di 3mila euro al mese un presidente del consiglio può fare il suo lavoro, così come il sindaco. Attraverso i risparmi dei costi della giunta eravamo riusciti a raccogliere 40mila euro ogni anno da destinare in opere per la comunità: in commissione ci avete detto che non erano stati usati in modo abbastanza utile, ma ora che amministrate li potete usare come volete”.

È a questo punto che l’assessore Travagli replica e spiega che la decisione ha a che vedere più che altro con il livello di preparazione e impegno della nuova giunta: “Gli amministratori – afferma l’assessore – devono poter essere vicini a tutti i nostri dipendenti, che stanno subendo scoramento e abbandono, e deve essere una vicinanza di cuore, non solo operativa. Un po’ tutti abbiamo visto la situazione ferrarese un po’ in declino e ho guardato con la Camera di Commercio il report sulle imprese chiuse, per non parlare del livello di disoccupazione. Quindi credo che una visione macroeconomica molto più ampia, positiva e sistemica sia fondamentale da parte di chi amministra: non è più sufficiente avere una visione ristretta e guardare solo al nostro orticello. E il fatto di potersi ridurre lo stipendio è un gesto di cui non discuto la bontà, ma che è un po’ fine a se stesso. Un autocompiacimento per dire ‘questo lo abbiamo fatto'”.

L’assessore continua e afferma che un risparmio nei costi della giunta potrebbe addirittura pesare sull’economia ferrarese: “Questo è il feedback che abbiamo avuto da tutti, associazioni di categoria e imprenditori: nessuno ha mai accennato a un problema relativo all’indennità della giunta e nessuno ha riconosciuto l’utilità e nessuno ci ha chiesto di seguire quel vostro gesto, che comunque ammiro e rispetto: il feedback a livello economico non c’è. Credo sia riduttivo parlare del bando per l’utilizzo di quei 40mila euro, perchè è una visione sistemica di macroeconomia che manca. Possiamo ridurci le indennità anche noi, ma così facendo metteremmo il freno a mano all’economia”.

Una spiegazione, quella di Travagli, che scatena repliche infuocate dall’opposizione: “Non prendiamoci in giro parlando di macroeconomia sistemica – sbotta Simone Merli del Pd -: quello che l’assessore aveva detto in commissione era molto diverso”. Secondo Aldo Modonesi “non c’è nulla di tecnico in questa delibera, si tratta di una scelta politica in controtendenza con quello che da 20 anni si chiede a chi fa politica: ridurre i costi e approcciarsi alle istituzioni tenendo conto delle momento sociale ed economico in cui ci troviamo. Questo almeno era lo spirito che 10 anni fa aveva guidato la nostra scelta”.

A difendere la delibera di Travagli è invece il capogruppo della Lega Benito Zocca, che nel suo intervento fa valere l’esperienza da sindacalista della Ugl: “I colleghi dell’opposizione vorrebbero entrare a gamba tesa su una spettanza, cioè qualcosa che spetta. Il presidente del consiglio e la giunta stanno riallineando gli stipendi a ciò che gli spetta, non c’è alcun aumento. Non accettiamo la proposta di ridurre le indennità perché va a ledere il diritto contrattuale tra le parti”.

Al di là delle schermaglie dialettiche, visti i numeri del consiglio, il finale è scontato: l’emendamento dell’opposizione viene bocciato, la delibera della maggioranza approvata. Si tratta del principale terreno di scontro nel corso della sessione: le altre due delibere, relative a una correzione di bilancio per i servizi scolastici e all’approvazione del bilancio consolidato 2018, passano anche con il voto dell’opposizione.

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