Vigarano
13 Agosto 2019
Decisivo sarà questo mese, in modo da trovare un accordo tra il medico, i suoi legali e i vertici di Usl. Il vicesindaco Tagliani: "Difficile, ma unica strada percorribile è questa"

Caso Piganti, i pazienti: “Speriamo in un tavolo di conciliazione con Usl”

di Redazione | 3 min

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Vigarano Pieve. In seguito al provvedimento di sospensione della convenzione con il servizio nazionale, che ha colpito il medico vigaranese Enrico Piganti, accusato di far svolgere una parte del lavoro di ambulatorio alla moglie, diplomata in ragioneria e senza alcuna qualifica di tipo medico, i membri del comitato di cittadini sorto a sostegno dell’imputato e alcuni rappresentati politici del territorio hanno preso parte a una conferenza stampa per testimoniare il loro appoggio verso il dottore, nella speranza che tutto si possa risolvere per il meglio.

“Il nostro obiettivo – ha sottolineato Mauro Zanella, esponente del gruppo consiliare locale di Fratelli d’Italia – è far sentire l’interesse e la voce dei pazienti, al di là degli aspetti giudiziari , in modo tale da far sapere le difficoltà a cui andremo incontro. Lo dobbiamo al dottore per tutta la sua bontà e il suo modo di fare, in segno di riconoscenza. Speriamo che il messaggio arrivi a chi di dovere in modo che ne tengano conto. Vogliamo dare l’immagine di una comunità unita intorno al nostro medico”.

Ora, l’unico obiettivo perseguibile è quello di provare a trovare un tavolo che sia di conciliazione tra lo stesso Piganti, i suoi legali e i vertici di Usl, come ha illustrato il vicesindaco Flavio Tagliani, presente – a nome dell’amministrazione comunale – insieme al sindaco Barbara Paron e all’assessore Elena Zoboli: “L’unica strada per riuscire a ridurre la sanzione è questa. Certo, credo sia abbastanza difficile, ma rimane uno dei pochi tentativi da fare, tant’è che noi ci siamo offerti per fare da tramite. O questo avviene entro la fine di questo mese, o sennò non serve a niente”.

“Insieme al comitato – ha concluso Tagliani – cercheremo di sfruttare il disagio e lo sgomento che questa decisione ci ha arrecato, per provare a ridurre la pena. In questo modo vedremo se l’Usl, pur mantenendo il principio di sanzione, riesca a irrogare una decisione disciplinare che sia minore, nell’interesse dei suoi pazienti e di Piganti. Penso sia anche nell’interesse dell’Usl locale, dato che si tratta sì di un medico che ha commesso delle infrazioni, ma che comunque ha dimostrato di essere abile conoscitore della sua gente”.

“Se tutte queste persone – ha aggiunto Deanna Vergnani, a nome del comitato di cittadini – stanno in tutti i modi cercando di tenersi il loro dottore, un motivo ci deve essere. I motivi sono fatti reali e vissuti con lui sulla nostra pelle. Lo dimostrano le 1.600 firme raccolte, firme fatte spontaneamente anche da non pazienti. Piganti è il nostro dottore, non cura solo le malattie del fisico ma anche quelle che non si vedono. Ti ascolta, ti consiglia e ti aiuta in tutti i modi possibili e sai che puoi sempre contare su di lui, sempre”.

Per questo motivo, la pena inflittagli – secondo i suoi assistiti – è ritenuta troppo dura: “Noi pensiamo non sia umano togliere il sostegno e la fiducia che noi abbiamo da tantissimi anni. Pensiamo di meritare più rispetto. Siamo persone in grado di pensare bene e ragionare e valutare bene le circostanze e ci sentiamo di dire che la punizione data a Piganti è assolutamente ingiusta e assurda, prima di tutto per lui e poi anche per noi. Un dottore con le sue qualità, merita di rimanere al sui posto”.

 

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