Economia e Lavoro
18 Aprile 2019
I sindacati ricostruiscono l'evoluzione delle difficoltà: "Le nostre preoccupazioni erano fondate: lavoratori presi in giro"

Crisi Mercatone Uno: tutti i punti vendita proclamano lo sciopero

di Redazione | 3 min

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Le segreterie territoriali delle organizzazioni sindacali di base hanno comunicato l’adesione ai rispettivi scioperi nazionali di 24 ore degli Autoferrotranvieri/Settore Trasporto Pubblico Locale proclamati dalle federazioni nazionali dei sindacati Usb Lavoro Privato, Sgb, Cobas Lavoro Privato, Adl Cobas, Cub Trasporti per lunedì 6 maggio

(immagine di repertorio)

I sindacati Filcams – Cgil, Fisascat – Cisl e Uiltucs – Uil  hanno proclamato lo sciopero nazionale in tutti i punti vendita Mercatone Uno, che nella provincia estense coinvolgerà anche i centri a San Giuseppe di Comacchio, Ferrara e Mesola, oltre al punto limitrofo di Occhiobello. A determinare la mobilitazione è la notizia della situazione di crisi del Gruppo Shernon, entrato in concordato preventivo dopo aver rilevato nell’estate scorsa 55 grandi magazzini dello storico marchio.

Una situazione di crisi che secondo i sindacati si stava delineando all’orizzonte già dall’indomani dell’insediamento di Shernon: “La Shernon è una azienda che era stata costituita al fine di acquisire 55 punti vendita ad insegna Mercatone, dalla amministrazione straordinaria – scrivono oggi i sindacati -. Poco dopo la cessione alcuni soci hanno abbandonato l’azienda ed è rimasto il solo amministratore delegato. Nei primi mesi, da parte nostra e da parte di tutti i dipendenti, c’è stata la consapevolezza che sarebbero stati necessari alcuni mesi affinché Shernon potesse avviare la sua attività in modo regolare. Tuttavia, negli ultimi mesi, è stato sempre più evidente che la situazione stava degenerando, a causa di negozi privi di merce, magazzini completamente vuoti, fornitori che hanno ritirato la merce già consegnata ed hanno smesso di effettuare consegne e ritardi nel pagamento degli stipendi”.

Secondo i sindacati, “poco più di un mese fa l’amministratore delegato ci ha incontrati e ha annunciato che era prossima la ricapitalizzazione per un importo di 20 milioni di euro. Stante la situazione, è stato chiarissimo che detta cifra sarebbe stata assolutamente insufficiente a garantire la continuità aziendale. Il Mise ci ha convocati per il 2 aprile ma, in seguito alla richiesta di rinvio avanzata da Shernon, motivandola asserendo che era finalizzata a concludere l’accordo per la ricapitalizzazione con potenziali investitori, l’incontro è stato posticipato al 18 aprile. Ovviamente, allarmati dalla situazione, nell’interesse di tutti i lavoratori abbiamo prontamente proclamato lo stato di agitazione e sollecitato il Mise affinché comunque desse seguito alla convocazione. Tuttavia, non abbiamo avuto alcun riscontro”.

Tutto questo era però solo la premessa dell’ingresso ufficiale di Shenron in uno stato di crisi: “Pochi giorni fa, abbiamo saputo della “vergognosa” notizia che Shernon ha presentato istanza di ammissione al concordato preventivo presso il Tribunale di Milano – spiegano i sindacati -. Ciò dimostra che, purtroppo, le nostre preoccupazioni erano fondate. L’amministratore delegato ha scelto di inviare una comunicazione ai singoli lavoratori che, qui lo vogliamo dire, non solo si sono sentiti offesi, ma anche presi in giro da una comunicazione priva di qualunque credibilità. Sottolineiamo e rivendichiamo, per quanto sopra che, è responsabilità del Mise e dei Commissari Straordinari farsi carico di gestire una situazione così drammatica e che ancora è nel percorso dell’Amministrazione Straordinaria. Per questo motivo, abbiamo proclamato l’intera giornata di domani 18 aprile lo sciopero nazionale delle lavoratrici e dei lavoratori di Shernon “Mercatone”, per l’intero turno di lavoro”. In mattinata dalle 10 alle ore 12 si terrà un presidio davanti al Mercatone uno di Ferrara dove confluiranno anche le lavoratrici e i lavoratori dei negozi di Mesola e San Giuseppe”.

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