Attualità
2 Marzo 2019
L'azienda casa metterà a disposizione i propri eventi e i propri organi informativi per far arrivare il messaggio ai 13mila utenti titolari di alloggi Erp

Si cercano donatori, Acer e Avis uniscono le forze

di Redazione | 2 min

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di Simone Pesci

Ad oggi gli studenti che alloggiano in immobili di proprietà di Acer sono 245. Soprattutto a loro, ma anche agli altri 13mila inquilini, si rivolge il protocollo d’intesa sottoscritto dall’Azienda Casa Emilia-Romagna di Ferrara e da Avis, alla ricerca di nuovi donatori.

L’importante accordo, siglato dal direttore di Acer Ferrara Diego Carrara, dal presidente di Avis provinciale Davide Brugnati e dall’omologo di Avis comunale Sergio Mazzini, avrà la durata di tre anni, e sostanzialmente mette a disposizione dell’associazione volontari italiani del sangue gli organi di informazione dell’azienda casa. “Vogliamo aprire le porte alla donazione del sangue, mettendo a disposizione il nostro giornalino Acer, i nostri studentati di via Putinati e quello delle Corti di Medoro, i nostri eventi” puntualizza Diego Carrara.

Il primo passo di questa collaborazione avverrà l’ultimo di venerdì di maggio, quando a Barco – “e in qualche altro luogo ancora da stabilire” – si terrà la festa europea dei vicini, che come a Ferrara si terrà in tutta Europa e coinvolge chi risiede all’interno di alloggi di edilizia residenziale pubblica.

“Per noi è fondamentale collaborare con strutture che associano persone, soprattutto giovani” esordisce Davide Brugnati, che fissa l’obiettivo del 2019 di “incrementare il numero di soci, perchè nel corso degli anni c’è stata una stazionarietà dei donatori che nel tempo porterà al decremento di sacche di sangue”. Avis, insomma, si rivolge anche ai 13mila utenti di Acer per sensibilizzare nuove persone, in modo tale da prevenire un fatto che potrebbe creare moltissimi problemi.

“In questa convenzione – prosegue Brugnati – sono previsti momenti di confronto con i giovani, dove noi possiamo incontrare studenti, sensibilizzare al dono del sangue e fare prevenzione sul territorio su alcune tematiche, come le malattie sessualmente trasmissibili”.

“Ferrara deve essere sia solidale, sia accogliente, e noi dobbiamo portare un messaggio fuori, in mezzo alla gente”, sostiene Sergio Mazzini, fortemente convinto che “il passaparola è lo strumento più efficace”.

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