Attualità
28 Febbraio 2019
Le critiche dell'Associazione Nazionale Docenti Universitari al modello proposto dal rettore Zauli per Unife

Numero chiuso a medicina. “Meglio il sorteggio, piuttosto che sperimentare sugli studenti”

di Redazione | 3 min

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(archivio)

“Meglio il sorteggio, piuttosto che sperimentare sugli studenti”. Non sono solo lodi sperticate quelle che giungono per l’idea del rettore di Unife Giorgio Zauli di “superare” il numero chiuso a Medicina con un diverso sistema che consentirebbe di allargare la platea degli iscritti, evitando il numero chiuso. Anzi, l’Associazione Nazionale Docenti Universitari (Andu) considera il ‘modello Ferrara’, da introdurre in via sperimentale, una sintesi peggiore delle sue due premesse, ovvero il modello con selezione all’ingresso e quello detto alla ‘francese’ con selezione dopo il primo anno accademico.

Se sull’inefficacia del primo, infatti, c’è un vasto consenso, il secondo sembra invece essere guardato di buon occhio dalla politica riformatrice italiana, nonostante il fatto che proprio in Francia si stia mettendo in dubbio la sua efficacia nel creare nuove classi di medici. Per l’Andu il modello proposta da Unife, è “ancora peggio di quella alla francese”.

La proposta Zauli sotto la lente d’ingrandimento. “Da qualche mese dall’Università di Ferrara viene proposto un meccanismo di selezione che nell’ultima versione riesce a mettere insieme il peggio degli attuali modelli italiano e francese – si legge in un comunicato dell’associazione che poi spiega nel dettaglio -. Come nel modello italiano l’ingresso al primo anno non è libero, a differenza di quanto accade ora in Francia: può accedere al primo anno un prestabilito numero di giovani determinato dalle capacità di accogliergli dell’Università.  Coloro che non saranno scartati all’ingresso potranno proseguire dopo il primo semestre solo se riporteranno una media non inferiore al 27 nelle tre materie che dovranno seguire nei primi mesi e i cui esami dovranno essere obbligatoriamente sostenuti entro febbraio. Il Rettore dell’Università di Ferrara prevede che, con questo sistema, dovrebbe potere proseguire negli studi non più della metà degli studenti che avevano superato la selezione per l’iscrizione. Rispetto alle attuali modalità in vigore in Italia e in Francia la scelta di chi può laurearsi in medicina sarà locale e affidata ai docenti dell’Ateneo”.

Sei mesi non bastano. “La proposta di Ferrara – nota Andu – si basa sulla convinzione che in sei mesi di studio (in Francia un anno) sia possibile misurare la ‘predisposizione’ a diventare un medico, con un meccanismo (la media del 27) che punta all’eccellenza, espellendo dal percorso universitario coloro che avranno la colpa di avere ottenuto una media ‘solo’ del 26,66 o meno, oppure di non essere riusciti a sostenere in tempo tutte le tre materie. Inoltre a Ferrara, nella fase sperimentale del ‘modello a soglia’ (così definito dal Rettore), si troverebbero a studiare in parallelo studenti ammessi attraverso il test nazionale, che potranno laurearsi senza lo sbarramento iniziale della media del 27, e gli altri impegnati nell’impresa di superare i primi tre esami entro febbraio e con una media molto alta. È probabile che per quest’ultima ‘categoria’ di studenti si avrà, come in Francia, un diffuso e costoso supporto da parte delle famiglie per tentare di superare in tempo la barriera dei tre esami con la media del 27”.

Meglio il sorteggio piuttosto che sperimentare sugli studenti. L’Andu è storicamente contraria al numero chiuso e sostiene solo due alternative possibili: mantenerlo o levarlo del tutto:  “L’alternativa è secca – spiega l’associazione dei docenti universitrari -: o si abolisce realmente il numero chiuso o lo si mantiene senza infingimenti, sapendo cioè che qualsiasi modalità di selezione sarà una lotteria perché nessuna di esse può essere in grado di individuare a priori coloro che saranno, alla fine di un percorso completo di studi, i laureati migliori rispetto a coloro ai quali è stato impedito di studiare e laurearsi. Chi vuole mantenere ad ogni costo il numero chiuso ma nello stesso tempo non vuole sperimentare sugli studenti, facendo perdere loro soldi, tempo e salute per sottoporsi ad una selezione fintamente meritocratica (test, esami, ecc.) ha una sola scelta – è la provocazione dell’Andu -, il puro sorteggio”.

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