Politica
11 Novembre 2018
Insorgenti e Gadi Sicura supportati da centrodestra e Cinque Stelle. Malaguti (FdI): "Opera irrealizzabile". Fornasini (FI): "Si facciano infrastrutture utili come la Cispadana"

“Idrovia? Milioni di euro buttati via”

di Redazione | 3 min

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“L’Idrovia ferrarese? Milioni di euro buttati nel water”. Le associazioni Insorgenti e Gad Sicura bocciano – usando un termine ancora più colorito – il progetto dell’Idrovia, cioè quella via di comunicazione fluviale che dovrebbe rendere collegabile Pontelagoscuro al mare in maniera più rapida, consentendo al contempo uno sviluppo del turismo fluviale e l’aspetto del trasporto delle merci su acqua.

La questione, dopo un periodo di silenzio, è tornata d’attualità, ma le associazioni non ci stanno: “Siamo a favore delle grandi opere purché siano realmente utili – attacca Alberto Ferretti, presidente di Insorgenti. “Non siamo un comitato ‘No Idrovia’”, precisa Vittorio Bernardoni, il quale raduna alcune perplessità emerse leggendo uno studio di fattibilità prodotto da Sviluppo Italia nel settembre 2006. In particolare non si capisce come mai “su 293 pagine si parli di sviluppo economico solo in sei pagine”, e come mai “si sia scelto di contattare telefonicamente delle aziende private indicate dalle amministrazioni locali per decidere come spendere 200 milioni di euro”.

“Dalla relazione finale – prosegue Bernardoni – emerge come le aziende non siano interessate all’Idrovia e che è impossibile valutare la fattibilità economica. In pratica si sono spesi 200 milioni, se ne spenderanno altrettanti per un’opera che ci devono ancora spiegare a cosa servirà”.

A supportare le ragioni delle due associazioni c’è l’opposizione politica della città. “Nel 2009 io e Marcella Zappaterra andammo al ballottaggio per diventare presidente della Provincia e già allora dicevo che l’Idrovia non sarebbe mai stata fatta”, ricorda Mauro Malaguti (FdI). I nodi che secondo Malaguti rendono l’opera irrealizzabile sono quattro: “Impatto ambientale elevato, economico, interesse commerciale e disagi sulla città. Si è tornati a parlare dell’Idrovia perché sono arrivati suon di milioni stanziati dall’Europa, appetibili per aggiustare tante cose. Il problema è che poi l’Europa chiederà conto di quei soldi; solo nel ferrarese negli ultimi cinque anni sono stati spesi 58 milioni di euro”. Per Malaguti il punto è uno: “O si promuove il fiume dal punto di vista turistico oppure commerciale, entrambe le cose sono incompatibili. E l’Idrovia non sarà mai realizzata con il progetto che paventiamo in Europa”.

“Questo è l’esempio di infrastruttura che non serve” taglia corto Matteo Fornasini di Forza Italia, secondo il quale se “la nostra provincia sconta da sempre un enorme deficit infrastrutturale” è meglio che si facciano “opere utili, e qui mi immagino la Cispadana e una via di comunicazione con la costa, perché attualmente la Superstrada un giorno sì e l’altro pure è in fase di manutenzione”.

Chiara la posizione del Movimento 5 Stelle che nei giorni scorsi aveva definito un fallimento l’Idrovia, anche se il consigliere comunale Claudio Fochi ricorda che “le attività economiche possono nascere anche in seguito a infrastrutturazioni”. Le perplessità rimangono tante, anche se Fochi è consapevole che “Ferrara è l’unica città italiana che può sfruttare le potenzialità enormi a fini turistici del Delta del Po”, e per questa sogna “un percorso turistico che collega via fiume le Delizie Ferraresi, valorizzando in pieno il turismo slow”.

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