Mesola
30 Ottobre 2018
Dopo Alan Fabbri, anche Bignami e Fornasini denunciano le "lacune giudirico-amministrative relative agli atti adottati"

Mesola-Goro, anche Forza Italia chiede lo stop alla fusione

di Redazione | 2 min

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Mesola, Goro. Dopo Alan Fabbri, anche Galeazzo Bignami e Matteo Fornasini, deputato e coordinatore provinciale di Forza Italia, intervengono per sollecitare una serie di controlli e verifiche sull’iter di fusione avviato per i Comuni di Mesola e Goro, per accertare cioè “che abbiano seguito correttamente i passaggi amministrativi e burocratici, in riferimento ad alcune lacune giudirico-amministrative relative alle delibere e agli atti adottati”.

“Posto che una fusione dovrebbe essere sempre il frutto di un naturale e armonico percorso condiviso con le comunità locali – spiegano Bignami e Fornasini -, l’intero iter appare frettoloso e sbrigativo. Nelle prime delibere comunali non sono state approvate la cartografia e le indicazioni sui nomi da sottoporre a quesito referendario. Nelle delibere successive è stata approvata la cartografia ma è stato indicato un unico nome ‘Goro Mesola’ da sottoporre a referendum, anziché una molteplicità di nomi come da normativa”.

“Inoltre – proseguono – lo studio di fattibilità, commissionato unicamente dal Comune di Mesola, è stato depositato agli atti del Comune il 22 giugno senza cartografia di riferimento ed il contenuto sarebbe privo dei dati riguardanti la situazione di indebitamento che riguarderebbe il bilancio del Comune di Goro. Lo studio poi è stato unicamente recepito dal Comune di Goro con atto di indirizzo senza alcun processo di condivisione con la comunità. Solo successivamente, il 24 settembre 2018, i sindaci hanno comunicato alla Regione altri tre nominativi da sottoporre a referendum: Castel del Delta, Castel del Mare, Porto dell’Abate”.

“Infine – sottolineano Bignami e Fornasini – non sussisterebbero le condizioni amministrative per un iter sereno del processo di fusione poiché, ad oggi, il Sindaco di Mesola parrebbe non avere più la maggioranza in consiglio comunale a seguito di alcune defezioni tra i banchi della maggioranza. Stante le criticità – concludono – chiediamo che sia annullato il Decreto del Presidente della Giunta Regionale del 28 settembre 2018 relativo all’indizione del referendum consultivo”.

 

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