Politica
15 Ottobre 2018
Il sindaco prende posizione, confermando la tesi di Cristofori: "Non affronta i reali problemi delle donne"

Mozione sull’aborto, Tagliani: “Speculazione politica per spaccare il Pd”

di Elisa Fornasini | 2 min

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“Interverrò in sede di consiglio, ma posso già dire che questa diatriba è una speculazione politica per cercare di spaccare il Pd”. Non si sbottona troppo il sindaco Tiziano Tagliani, che assicura un intervento durante il dibattito in consiglio comunale, ma basta questa dichiarazione per capire il suo pensiero in merito alla mozione sull’aborto depositata dal consigliere di Fratelli d’Italia Alessandro Balboni dopo pochi giorni dal caso scoppiato a Verona.

La riflessione del primo cittadino, giunta all’indomani della protesta femminista sotto lo scalone del municipio, coincide con la presa di posizione già espressa dal capogruppo ‘dem’ Tommaso Cristofori, contrario al documento perché “non è suffragato da dati, provinciali o nazionali che siano, sugli effetti della legge 194/78 che ha diminuito gli aborti” ma anche perché “ricalcare il caso di Verona è una speculazione che non affronta i reali problemi delle donne in tema di sostegno alla maternità e aborto”.

Se il voto del Partito Democratico non è ancora unanime – “avrei preferito che se ne discutesse prima nel gruppo invece che sulla stampa” dichiara a denti stretti Cristofori – su una cosa il capogruppo è sicuro: “La posizione del Pd è chiara, non si intende arretrare di un passo sulla legge 194, al massimo si può discutere sulla possibilità di migliorarla”.

Non è dello stesso avviso il collega di partito Alessandro Talmelli che aveva ribadito come la mozione, con qualche piccola correzione come la rimozione della richiesta di dichiarare Ferrara “città che tutela gli indifesi”, fosse votabile nei suoi contenuti pratici, ovvero quello di chiedere la piena applicazione della legge 194 e prevedere finanziamenti per le associazioni che sostengono le gravidanze difficili.

Per il resto Talmelli si era appellato alla “libertà di coscienza” come già fece la capogruppo del Pd veronese Carla Padovani che approvò la mozione leghista, suscitando malumori all’interno del suo stesso partito e scatenando reazioni di fuoco un po’ in tutta Italia. Per scoprire cosa accadrà nel consiglio comunale ferrarese – dove il gruppo femminista Non una di meno ha già assicurato la sua presenza – bisognerà attendere ancora del tempo, considerando che non andrà in discussione prima di un mese e mezzo, come minimo.

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