Attualità
25 Settembre 2018
Per l'associazione dei medici creerebbe solo disoccupazione ed emigrazione

Anaao Assomed: “No all’abolizione del numero chiuso a Medicina”

di Redazione | 3 min

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Il numero chiuso al corso di laurea in Medicina e Chirurgia “è un valore da preservare”. Il messaggio dell’Anaao Assomed di Ferrara è chiaro ed esprime allo stesso tempo forte preoccupazione “per le dichiarazioni di varie personalità politiche, comparse recentemente sui media, inerenti una possibile eliminazione del cosiddetto “numero chiuso” a Medicina”.

Per l’associazione dei medici dirigenti eliminare l’accesso programmato al corso significherebbe “condannare intere generazioni di giovani medici alla disoccupazione o all’emigrazione, dopo aver illuso loro e le rispettive famiglie con un percorso di studi lungo e impegnativo”. Questo perché il numero chiuso, secondo Anaao Assomed, serve a garantire “un’adeguata formazione, teorica e pratica, durante il percorso di studi, come previsto dalla normativa europea” e a evitgare “il tragico fenomeno della pletora medica, già conosciuto in Italia in un passato non lontano”.

Disoccupazione ed emigrazione, peraltro, “già oggi costituiscono un fenomeno crescente tra le migliaia di laureati esclusi dai percorsi formativi a causa dell’esiguo numero di contratti di specialità disponibili”.

“Ciò che diversi pulpiti si ostinano a non vedere – specifica meglio l’associazione – è il divario crescente tra il numero dei laureati in medicina (più di 10.000 ogni anno, circa 52.000 nel prossimo quinquennio) ed il numero di coloro (in media 7500 all’anno) che accedono al percorso di formazione post-lauream, per ottenere il titolo di specialista o l’attestato di formazione per Medici di Medicina Generale. 2500 giovani medici laureati sono ogni anno lasciati in parcheggio, privi di uno sbocco occupazionale stabile all’interno o all’esterno del Sistema Sanitario Nazionale”.

In assenza di un parallelo aumento delle possibilità di formazione post laurea, dunque, l’ipotesi di abolizione del numero chiuso “produrrebbe un incremento dei laureati in medicina” che “non potrebbero esercitare la professione, un enorme spreco di risorse, visto che formare un medico costa ai cittadini circa 200.000 euro”.

Per sopperire alla carenza di specialisti che si registra oggi, destinata a peggiorare nei prossimi anni, “occorre permettere a tutti i laureati in Medicina e Chirurgia di proseguire il percorso formativo post-lauream per acquisire il requisito necessario per accedere al mondo del lavoro pubblico e privato, e poter riempire i vuoti creati dalla massiccia ondata di pensionamenti, legati alla “gobba demografica” e alla prevista riforma della legge “Fornero”, che vedrà andare in quiescenza circa 80.000 medici specialisti, prevalentemente ospedalieri, nei prossimi 10 anni, con picco massimo fra il 2019 ed il 2023. Lo ripeteremo fino alla nausea: il numero chiuso da cancellare è quello che strozza l’accesso al percorso di formazione post laurea”.

Tutte considerazioni e prese di posizione che Anaao Assomed ha ribadito con forza al Ministero della Salute, chiedendo che il numero dei contratti di formazione specialistica venga da subito incrementato di almeno 3.000 unità (ovvero garantire un minimo di 9.500 contratti) “per essere superiore al numero annuale di laureati in Medicina e Chirurgia e riassorbire, nel giro di pochi anni, le migliaia di giovani attualmente prigionieri di una trappola professionale creata da una sciagurata e fallimentare programmazione dei fabbisogni”.

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