Politica
4 Settembre 2018
Scritte in via Amendola e via Gobetti. Fochi: "Degrado, toglierle prima di Internazionale"

Graffiti in centro, M5S: “Brutture deturpanti come alle periferie di Napoli”

di Redazione | 2 min

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Una lunga serie di graffiti, una interminabile scia di tag, che corrono lungo via Giovanni Amendola e via Piero Gobetti. Sono quelli segnalati da Claudio Fochi (M5S) che nella sua battaglia contro murales e graffiti aggiunge le “vistose scritte e graffiti seriali che insistono su muri e pilastri dei portici” ma anche sulle “vetrine di esercizi commerciali chiusi, già questo segno evidente di degrado economico a 200 metri dalla nostra cattedrale”.

Un fenomeno lontano dalla street art – “nemmeno con la più pindarica immaginazione, possono avere la pretesa di essere considerate ‘arte’ o piacevole decorativismo urbano spontaneo” sentenzia Fochi – anzi, secondo il consigliere pentastellato, sono “brutte scritte fatte con bombolette spray da pseudo artisti writer (che non hanno nessuna possibilità di diventare dei Banksy o dei Basquiat) che deturpano una zona centralissima del centro storico, vicinissima fra l’altro al Museo della Cattedrale e al cinquecentesco Palazzo della Racchetta. Proprio sulla facciata di quest’ultimo, a pochi metri dalle “opere d’arte “ citate campeggia una lastra marmorea solennemente scolpita che ci informa sulla istituzione, proprio lì, della Camera del Lavoro nel 1901”.

“E di lavoro, per gli uffici competenti di questa amministrazione, ce ne sarebbe parecchio da fare, per eliminare tali “performance” sui muri e vetrine che vanno nella direzione opposta a ciò che consideriamo “arredo urbano”, quel quid che a Ferrara è colpevolmente e atavicamente assente – commenta Fochi -. La letteratura di matrice urbanistico sociologica insegna che il degrado urbano si moltiplica nelle zone già degradate (esempio nelle periferie ) ma avviene più difficilmente in zone ben tenute e con strutture edilizie in buono stato o di recentissima costruzione”.

L’invito rivolto alla giunta, “giustamente orgogliosa di amministrare una città inserita nel novero dei 50 luoghi italiani protetti dall’Unesco”, è quello di “intervenire tempestivamente per togliere quelle brutture, possibilmente prima che inizi il festival di “Internazionale”, pur nella consapevolezza che ciò ha dei costi che in ultima analisi si ripercuotono sulla tassazione dei cittadini”.

“Finché non ci abitueremo a considerare il “decoro urbano” (incluso l’assenza di scritte deturpanti) come un investimento in fruibilità urbanistica ed estetica – e quindi in cultura – anziché considerare interventi di ripristino come pura manutenzione – chiosa il consigliere M5S -, non ci sarà quel piccolo salto culturale e di civiltà di cui abbiamo bisogno per assomigliare più ai centri storici di Merano e Bressanone e meno alle periferie di Napoli o Milano”.

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