Comacchio. “Quando si governa un paese, le cose si cambiano in Parlamento e non su Change.org”. Non è tardata ad arrivare la reazione del sindaco di Comacchio Marco Fabbri alla petizione online lanciata dal gruppo ‘Comacchio 5 Stelle’, che lo invitava a “spiegazioni a mezzo stampa” per giustificare le “condizioni drammatiche” in cui verserebbero i lidi ferraresi, in particolare a livello di viabilità e infrastrutture.
Spiegazioni che Fabbri affida direttamente ai social network, ricordando agli attivisti pentastellati il ruolo di principale partito di governo ricoperto oggi dal Movimento 5 Stelle. Per il sindaco di Comacchio la causa dei problemi di Comacchio e di molti altri Comuni costieri ha le sue radici in una contestatissima norma nazionale varata dal governo Monti, ovvero la modifica alla disciplina sull’Imu il cui gettito, dal 2012, viene ripartito tra Stato e Comuni invece di restare a completa disposizione delle amministrazioni locali, come avveniva in precedenza per l’Ici. Una modifica che sui bilanci comacchiesi pesa per circa 12,5 milioni di euro all’anno.
“Ridateci i nostri tributi comunali”, scrive Fabbri accompagnando il messaggio all’hashtag #federalismoinverso. “Adesso cari amici M5S tocca a voi, poche chiacchiere e più fatti visto che state governando. Questo degrado a Comacchio, così come in altri 200 Comuni turistici, è diventato sempre più accentuato dal 2012, ovvero quando inizia un prelievo della Stato dei tributi pari a quasi 60 milioni di Imu dei contribuenti comacchiesi”.
È proprio per questo che il sindaco di Comacchio chiama in causa i suoi ex compagni di partito per chiedere una sluzione a livello nazionale: “Ora però al Governo non c’è più Renzi (colpevole come Letta, Monti, etc) ma gli stessi 5 Stelle che hanno anche il ministro alle infrastrutture. L’ho chiesto al Pd e ora lo sto facendo ai gialloverdi. Ridateci i nostri tributi comunali”.
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