Politica
3 Agosto 2018
"Lc nasce da un progetto disgregante guidato dall'arroganza di alcuni e coltivato, e cresciuto, grazie all'ignavia di altri"

I Grilli Estensi attaccano Laboratorio Civico e la politica del M5s

di Redazione | 3 min

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“Per una città che sappia guardare lontano”, questo lo slogan della lista civica Ferrara Futura del candidato sindaco Daniele Botti, che spicca in mezzo alle bancarelle di cibo della tradizione ferrarese in un fucsia sgargiante. A raccogliere le firme e spiegare ai passanti il programma elettorale i candidati della lista e Botti in compagnia del deputato di Italia Viva Luigi Marattin

(immagine d’archivio)

Le vecchie ruggini del Movimento 5 Stelle tornano a riaffiorare. Il ‘vecchio corso’ del Movimento, se si può definire così, attacca Laboratorio Civico, lista “autonominatasi e candidata alla corsa per la certificazione M5s per le elezioni comunali 2019, ormai dichiaratamente legata a Ilaria Morghen, scrivono in una nota i Grilli Estensi, ovvero quella parte di Movimento che prese le distanze dal ‘nuovo corso’ targato Fochi. Parecchie furono le frecciate che le storiche attiviste Silvia Mantovani e Maria Teresa Pistocchi riservarono alle metodiche del rinnovato Movimento 5 Stelle ferrarese.

Vecchie ferite, che oggi tornano a sanguinare: “Da Laboratorio Civico apprendiamo che il candidato sindaco sarà ‘un esponente storico, un fondatore con formazione nel Movimento che ha lavorato sui temi più importanti degli ultimi anni’. ‘Un volto nuovo’ si aggiunge poi, contraddicendo in tre parole quanto sostenuto riguardo la sua presunta militanza di anni”. I Grilli si dicono “nemmeno troppo stupiti dalla possibile candidatura di Morghen alle prossime Regionali che, in assenza di smentita, dobbiamo ritenere attendibile”.

Gli attivisti storici puntano il dito contro Laboratorio Civico, attaccandolo su più fronti: “Per loro e per chi lo rappresenta non c’è aggettivo più inappropriato di ‘storico’, poichè gli attivisti storici del meetup e del Movimento – quelli delle battaglie su acqua pubblica, inceneritore, finta geotermia, trivelle, sicurezza idraulica, Costituzione, mense scolastiche, quelli dei ‘V day’ e di 4 campagne elettorali con una collezione di ore ai banchetti, quelli che hanno scritto interrogazioni, interventi e mozioni collaborando con  i consiglieri sui temi più svariati nei primi 3 anni di mandato – non stanno in Lc”.

E ancora: “Il Laboratorio nasce da un progetto disgregante guidato dall’arroganza di alcuni e coltivato e cresciuto grazie all’ignavia di altri, dentro e fuori il gruppo consiliare. Verso chi non ha accettato il metodo, chi non ha piegato la testa, chi ha dissentito su alcuni contenuti e soprattutto su certe modalità di esclusione ed inclusione non condivise, sono stati alzati muri”.

Di arroganza e prevaricazione sono tacciati Ilaria Morghen e Mauro Ballola, che hanno “fatto uscire la fantomatica lista dal cappello la sera per il risultato delle elezioni nazionali”, in modo per nulla trasparente e “a totale insaputa persino degli stessi consiglieri M5s presenti, e la conferenza stampa che ne ha sancito l’ufficialità nella sede ferrarese del Movimento fa sospettare percorsi già privilegiati e concordati”. Il Movimento ‘nuovo’ viene accusato dagli storici, a seguito di “un paio di incontri ottenuti con fatica”, di non voler “ripristinare una situazione di partecipazione allargata e trasparenza nella formazione della lista e nella stesura di un programma, né di riportare Morghen, sempre assente, a pubblici confronti e rendicontazione del proprio operato, come è stato nei primi anni di mandato”.

La chiusura dei Grilli è un altro attacco alla politica attuale del Movimento, e dei suoi principali esponenti: “L‘attività consiliare, all’ultimo anno di mandato, è ormai completamente scoordinata e si muove tra posizioni di protagonismo assoluto e altre di vuoto totale, in cui brilla l’isolamento, fino al limite del boicottaggio, di consiglieri non allineati in perenne affanno, alla ricerca di punti fermi e di condivisione di una linea politica”. 

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