Mesola
23 Giugno 2018

Fusione Mesola Goro, lo studio di fattibilità non convince le opposizioni: “A Goro serve un sindaco di Goro”

di Redazione | 3 min

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di Giuseppe Malatesta

Mesola e Goro. Una fusione ‘fattibile’: in circa ottanta pagine, lo studio elaborato dai professionisti di Poleis Consulting mette nero su bianco le fondamenta del matrimonio tra i due Comuni del Delta. Presentato ai due consigli comunali nel corso di un incontro non aperto al pubblico, il documento sarà oggetto di discussione e approvazione delle prossime sedute consiliari. Entrambi, Mesola e Goro, hanno fissato la data a lunedì 25 giugno.

“Non l’avvio di alcuna fusione – ricorda e ribadisce il sindaco mesolano Gianni Padovani -, bensì il primo di una serie di confronti pubblici sul tema”. “Non credo ci saranno particolari problemi sull’approvazione dello studio, sul resto avremo modo di approfondire” aggiunge Viviani. E quel resto promette di portare a galla diverse perplessità, che – ancora prima che la parola passi in qualche modo ai cittadini – sono sopravvissute all’illustrazione del documento e continuano a serpeggiare tra i consiglieri di opposizione, a Goro soprattutto.

“Resto convinto che non farla sarebbe un errore, ma ci sono cose che vanno messe bene in chiaro” commenta Gino Soncini (all’opposizione a Goro con la lista Futuro e Solidarietà) che tentenna forse più di oggi che ieri. “Qualcosa in tutta questa fretta non mi convince, e consiglieri poco convinti, si sa, non convincono la gente”.

Una delle maggiori criticità che emergono in questa fase – conferma anche Angelo Morinelli (a capo di “Goro e Gorino… un bene comune”, altra lista di opposizione di Goro) è il rischio di perdere la rappresentanza gorese nella prima amministrazione del nuovo Comune. “Un aspetto da non sottovalutare, per Goro sarebbe non dico un disastro ma quasi” dice Morinelli, che mantiene il parere contrario già espresso alla vigilia del tutto.

“Il nostro Comune ha tante problematiche legate alle attività della pesca che fanno sì che sia necessaria la figura del sindaco del paese: già un sindaco di Goro fa fatica a gestire e seguire per bene la cosa, figuriamoci se è una persona di Mesola che non conosce a fondo le nostre problematiche. Goro può fare a meno di un suo sindaco? Per me no. Come ci hanno confermato da più parti, non è previsto che la composizione delle liste elettorali rispetti la rappresentanza dei due Comuni, quindi è possibilissimo che al governo del nuovo Comune ci vada una lista che contiene poco o nulla di Goro, considerato anche che Mesola ha il doppio dei nostri abitanti”.

Su questo aspetto anche Soncini si mostra titubante: “Serve un patto alla Salvini – Di Maio”. “Ciò che anima chi è favorevole – continua Morinelli – sono i finanziamenti in ballo: secondo loro dovrebbero arrivare ma io non ne sarei così certo, dato che la normativa li prevede fino al 2020. Se la fusione dovesse compiersi nel 2019, ne beneficeremmo per un anno sicuramente, poi tutto dipenderà dalle decisioni del nuovo Governo: se non dovessero confermare i fondi sarebbe stato tutto inutile”.

Di parere opposto la maggioranza consiliare di Goro. “Sono sempre stato un sostenitore di questa operazione – dice il capogruppo di maggioranza e segretario del Pd locale Nickolas Bellotti –. Conosco bene la storia di Goro: è vero, i nostri padri lottarono sessant’anni fa per scorporarsi da Mesola e fondare un Comune autonomo, ma il mondo cambia e magari sarà premiata questa scelta. Le previsioni secondo me sono positive, si tratta di scegliere se provare a crescere uniti oppure chiuderci”.

“Sappiamo bene – continua Bellotti – che però Goro è in difficoltà: teniamo la bandiera in mano ma affondiamo. La fusione è un bene per tutti, sono ottimista anche sulle posizioni per ora contrarie e spero si possa tenere alto il dibattito, soffermandosi sulle possibilità future e non sulle virgole o sulle remote possibilità che possa andare male. Il confronto in ogni caso è utile, purché sia franco. Spero che la gente colga l’opportunità: votare contro significa perdere 20 milioni di euro su territori che ne hanno bisogno”.

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