Lettere al Direttore
18 Giugno 2018

Signor Salvini, come si permette di giocare con la vita di centinaia di persone?

di Redazione | 2 min

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Signor Salvini, come si permette di giocare con la vita di centinaia di persone oggi e di migliaia domani?

Mi permetta ma non la faccio così ingenuo da credere che chiudendo qualche porto si possa pensare di arginare, anche solo temporaneamente, il flusso migratorio a cui stiamo assistendo oggi.

Non oso credere che lei non sappia che il 60% dei migranti che approdano alle nostre coste meridionali viene da questi cinque paesi: Eritrea, Nigeria, Sudan, Somalia e Gambia.

Non posso pensare che lei non sappia che cosa sta succedendo e che cosa è successo in questi paesi negli ultimi decenni.

Il suo predecessore al Ministero degli Interni non ha fatto tanto meglio, dando carta bianca alle milizie libiche di agire nel disprezzo totale della dignità umana.

Mi permetta, ma non posso credere che lei pensi che un migrante decida di partire e speri che in due-tre giorni arrivi alla meta; o che lei non sappia che l’85% di chi emigra si ferma in un paese che non fa parte del cosiddetto “1° mondo”.

Non posso credere che lei non sappia che un simile viaggio sia costellato di violenze di ogni tipo e che il tratto Libia-Italia sia solo una tappa di un percorso, molte volte iniziato mesi, se non anni prima.

Forse non sa che il prezzo medio che si richiede a chi si imbarca in Libia per il sud Italia è di 700 dollari a persona. Crede davvero che chiudendo dei porti la gente torni indietro?

Non capisco come si permette di complicare ulteriormente le condizioni di tanti che sperano solo di migliorare la loro drammatica situazione.

Mi permetta ma non capisco qual è il suo merito di essere nato dalla parte “giusta”, non capisco la sua arroganza, non capisco la sua falsa ignoranza, non capisco a chi obbedisce.

Non faccia l’errore, nella posizione che ora ricopre, di compiere azioni così dannose e di accontentarsi di raccogliere gli applausi di gente che purtroppo non sa, e che troppo spesso si ferma alla superficie dei fatti.

Potrebbe essere un errore grave per la vita di tante persone. Forse anche per la sua coscienza.

Gianni Belletti, Comunità Emmaus Ferrara

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