Cronaca
14 Aprile 2018
I carabinieri chiudono le indagini. Le accuse sono di rapina, estorsione, violenza e spaccio

In comunità i tre bulli del Mac

di Redazione | 4 min

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Finiranno in comunità i tre minorenni che nelle ultime settimane avevano vessato un tredicenne, rubandogli il cellulare e arrivando a minacciarlo di morte.

I carabinieri di Ferrara hanno chiuso le indagini sul gruppo di bulli (un italiano e due stranieri tra i 15 e i 16 anni), conosciuti come “quelli del Mac” per via dell’abituale punto di ritorvo in piazza Trento Trieste, finiti in questi giorni all’attenzione delle cronache per le loro attenzioni verso un ragazzino più giovane.

L’incubo per la giovane vittima, 13 anni, inizia a metà marzo, quando uno dei vessatori gli ruba il cellulare. Un modus agendi che, secondo le indagini portate avanti dall’Arma, si sarebbe già verificato in passato con altre vittime: prendere con la forza il telefonino e chiedere soldi per la restituzione. In due parole, rapina ed estorsione.

Il tredicenne non cede al ricatto e si rivolge ai genitori, che sporgono denuncia. A questo punto, lo scorso 17 marzo, il ragazzino viene avvicinato dal suo persecutore vicino alla fermata dell’autobus che prende tutti i giorni nel tragitto casa-scuola: “ritira la denuncia o ti ammazzo di botte”. Queste più o meno le parole minacciose che si è sentito rivolgere alla presenza del fratello più giovane, di 11 anni.

Non contento, il bullo, 16 anni, ha lanciato un avvertimento anche attraverso i social: “oggi devo andare a prenderne uno”. Da allora i genitori si sono visti costretti ad accompagnare personalmente i figli a scuola, per evitare di lasciarli soli e indifesi di fronte al branco.

Ma i carabinieri non sono rimasti con le mani in mano. Nei giorni scorsi hanno controllato attraverso passaggi di auto civette e appostamenti in borghese, nei pressi della scuole e delle giostre allestite per la festa di San Giorgio in viale Alfonso I d’Este, che i “bulli” non commettessero altre rappresaglie.

E nel frattempo hanno raccolto prove sufficienti – tra cui anche elementi che lasciano presumere una attività di spaccio di stupefacenti all’interno della scuola – a spingere il sostituto procuratore presso il Tribunale dei Minorenni, Caterina Salusti, a chiedere e ottenere dal gip del Tribunale dei Minori di Bologna la misura cautelare del “collocamento in comunità” per tutti e tre gli indagati.

Il provvedimento, emesso ieri (venerdì 13 aprile), è stato eseguito questa mattina all’alba dai militari del comando di Ferrara. Per i tre bulli le accuse a vario titolo sono di rapina, tentata estorsione, violenza privata e spaccio di droga.

Nello specifico, tutti e tre dovranno rispondere di rapina. Quando rubarono il cellulare alla giovane vittima, infatti, hanno mostrato al malcapitato il coltello che portavano con sé. Un altro ragazzino invece era stato bloccato fisicamente. Un altro ancora, sempre sotto la minaccia del coltello, era stato sbattuto contro un muro. In un’altra occasione ancora il ‘giochetto’ non gli riuscì, grazie alla ferma opposizione del minore preso di mira, assistito anche da suoi amici.

Solo uno dei tre indagati invece è accusato di spaccio. Il sedicenne è stato visto in più occasioni vendere marijuana a minori all’interno del plesso scolastico.

Un altro poi deve rispondere di violenza privata per aver cercato di costringere una vittima a ritrattare le accuse rese contro di lui e contro un compare, e a ritirare la denuncia fatta ai carabinieri.

Le indagini dell’Arma, iniziate immediatamente all’atto della presentazione delle denunce, hanno visto la perquisizione delle abitazioni degli indagati per la ricerca del cellulare rubato e di sostanze stupefacenti. In casa di uno dei tre è stato trovato un grammo circa di marijuana.

“L’autorità giudiziaria – ha commentato il comandante provinciale dei carabinieri, il colonnello Andrea Desideri -, concordando appieno con le nostre risultanze investigative, ha rilevato che sussistono le esigenze cautelari che abbiamo rilevato. Va considerato, inoltre, che per le specifiche modalità e circostanze dei fatti, connotati dalla reiterazione, in un breve lasso di tempo, di diverse condotte criminose di crescente gravità, per la personalità dei soggetti desunta dalle azioni in concreto realizzate e dalla reiterazione di condotte analoghe, la procura ha evidenziato particolare propensione a delinquere e pericolosità sociale”.

Il colonnello Desideri, al termine della conferenza stampa, ha anche ringraziato la Polizia di Stato di Ferrara che questa mattina ha collaborato alle ricerche del terzo ragazzo a carico del quale doveva essere eseguito il provvedimento cautelare.

Lo stesso comandante, infine, ha voluto sottolineare la “celerità con al quale sono state svolte le indagini, la relativa refertazione all’autorità giudiziaria competente e l’emissione dei provvedimenti; e questo per fugare ogni dubbio sull’agire tempestivo della polizia giudiziaria e dell’autorità giudiziaria competente”.

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