Slitta per il cambio di giudice il processo che vede alla sbarra il responsabile dell’asilo di Contrapò, don Alberto Campi, e l’ex coordinatrice Paola Tosi. Per loro l’accusa è di appropriazione indebita per aver utilizzato in mensa prodotti del Banco Alimentare.
Tutto nasce da un’ispezione dei carabinieri dei Nas nel nido “Beata Beatrice II d’Este” nel luglio del 2014, dopo la segnalazione di alcuni genitori che lamentavano l’impiego di prodotti del Banco Alimentare della Regione Emilia Romagna nella mensa scolastica.
Secondo l’accusa generi alimentari di vario tipo (pasta, conserve, latte, scatolame, frutta e verdura), donati dal Banco Alimentare e destinati alla beneficenza, venivano collocati nella mensa per i bambini senza autorizzazione. Pasti per ognuno dei quali l’asilo incassava 5 euro a iscritto.
Già al tempo don Alberto Campi a Estense.com si difese spiegando che “noi davamo quei prodotti alle famiglie più bisognose e in difficoltà senza farci mai pagare ovviamente e una parte la davamo ai loro figli alla mensa in modo da venire incontro alle loro difficoltà economiche, così anziché pagare sei o sette euro ne pagavano cinque, abbiamo anche ridotto le loro rette per questo”.
Per quanto riguarda l’altra imputata, “rubricata” dalla procura come direttrice all’epoca della struttura, don Campi affermava sempre al nostro giornale che “lei non c’entra nulla in questa vicenda, dato che è responsabile della parte didattica”.
In attesa dell’inizio del processo, procrastinato al 26 ottobre davanti al giudice Andrea Migliorelli, per Paola Tosi parlano intanto gli avvocati Francesco Mantovani e Alessandra Milani, che respingono ogni tipo di accusa: “la nostra assistita è stata individuata come direttrice, in realtà quando lavorava nell’asilo aveva il ruolo di mera coordinatrice didattica delle insegnanti e nulla centrava con il reparto di gestione contabile o di mensa dell’asilo”.
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