“Calvano e Vitellio hanno fatto di tutto per non farmi candidare a Ferrara”. È il momento di togliersi qualche sassolino dalle scarpe per Luigi Marattin dopo l’elezione, che sembrava in un primo momento naufragata, alla Camera dei Deputati.

Il consigliere economico di Palazzo Chigi ricorda i tempi recenti delle ultime direzioni dei dem a Barco, dove in un primo momento il suo nome era stato escluso dalla possibile lista da presentare a Renzi. E i niet venivano, a suo dire, proprio da Calvano e Vitellio: “Dicevano che avrei fatto perdere il collegio a Franceschini. Ma hanno imparato una importante lezione: mai chiedere ad altri una cosa che sai benissimo fare da solo”.

E arriva l’affondo: “La sconfitta a Ferrara e in Emilia Romagna è di proporzioni importanti. Credo sia necessario che – in analogia con quanto fatto dal segretario nazionale – anche i segretari regionale Calvano e provinciale Vitellio facciano un passo indietro e aprano la fase congressuale”.

Per Marattin il Pd di Ferrara “ha bisogno di una netta discontinuità, e ha bisogno di coinvolgere quelle straordinarie energie e competenze (messe nell’angolo da una gestione discutibile) che sono presenti al sia al suo interno che al suo esterno in città che in provincia”.

Quanto al suo futuro impegno da parlamentare, “non so che legislatura sarà e quando durerà. Io sono stato eletto a Parma-Piacenza-Reggio e sarò leale verso gli elettori di quel collegio. Ma, considerato che la disastrosa gestione delle candidature ha portato solo un ferrarese (Boldrini) eletta sul territorio, sono pronto a lavorare anche per Ferrara. A cominciare dagli Azzerati Carife. È una città che mi ha dato tanto e che non dimentico”.