Comacchio
4 Febbraio 2018
Da Comacchio la ricetta per il buon turismo italiano: "Il Piano Strategico guiderà anche i futuri legislatori". Tenuti alla larga i contestatori del ministro

Franceschini in laguna: “Sulla bellezza si gioca il futuro del Paese, con qualsiasi governo”

di Redazione | 3 min

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di Giuseppe Malatesta

Comacchio. Ad un anno dal prestigioso piazzamento tra le capitali della cultura italiane, Comacchio fa il punto sui ‘cantieri della cultura’ e accoglie il ministro Dario Franceschini tra i relatori di un incontro che volge lo sguardo ad un passato “fruttuoso” – in termini di valorizzazione turistico-cuturale della cittadina lagunare – e pone spunti per un futuro altrettanto ‘produttivo’.

Per il ‘ministro dei record’ (“In Italia è purtroppo un record essere stato ministro della cultura per 4 anni”), Comacchio potrà appuntarsi al petto per sempre il risultato della competizione vinta da Palermo. “Era una competizione difficile, ma quel che conta è il valore e la prosecuzione della progettazione, che è stata apprezzata in qualità e intuizione. Come agli Oscar, il titolo di finalista in un concorso simile conta e conterà sempre più”.

“Ci sono problemi da risolvere, certo, qui come a livello nazionale: problemi di infrastrutture e risorse, ma noi ci siamo. Indipendentemente da come andranno le prossime elezioni – aggiunge il candidato – la valorizzazione del nostro patrimonio artistico e naturale è una delle sfide su cui si gioca il Paese”.

E a proposito di plausibili imminenti cambi al vertice di governo, Franceschini sottolinea come il Piano Strategico del Turismo – “che spinge verso la valorizzazione del turismo diffuso e sostenibile, distribuito oltre le mete classiche e sovraffollate e votato piuttosto a percorsi tematici” – sia stato “votato da tutte le forze politiche e sarà dunque una cornice entro cui lavorare nei prossimi cinque anni”.

Governare i flussi internazionali sempre più importanti, accogliere turismo di qualità piuttosto che turismo “da grandi navi, mordi e fuggi”, continuare ad “investire in bellezza, aprire ove possibile ai privati sulla gestione e sulla raccolta delle risorse”: questa la ricetta del ministro per coniugare crescita economica e sostenibilità, in un Paese che ha “il vantaggio di offrire bellezze interne uniche a pochi passi dai luoghi del balneare, qualcosa che Comacchio incarna perfettamente”.

E sulle risorse in particolare, la ricetta Franceschini funziona secondo il direttore della Reggia di Caserta Mauro Felicori, tra i relatori con il collega Paolo Giulierini (Museo Archeologico di Napoli), Stefano Baia Curioni (Capitale Italiana della Cultura) e Marco Magnifico del Fai. “Se la cultura ha un costo – commenta Felicori -, il suo futuro è legato alla spesa pubblica, che in questo momento è in sofferenza e limita la crescita di settori come la scuola, la sanità, la difesa. Ebbene questa nuova concezione aziendale ci dà gli strumenti necessari ad ottenere risultati, reinvestendo le entrate in nuove attività per i nostri siti turistici”.

Tornando al microcosmo comacchiese, è il sindaco Marco Fabbri a ripercorrere la vivace attività promozionale che nel breve futuro rafforzerà la partnership con i Comuni del Delta e con la città di Ferrara, “in un grande progetto di promo-commercializzazione integrata che vedrà la luce già a breve e che avrà un suo primo momento a Monaco, a fine mese in occasione della fiera internazionale del turismo”.

Alla compiaciuta platea presente in sala – tra cui il sindaco di Parma Federico Pizzarotti, in visita all’amico e ‘compagno di epurazione’ Fabbri – si è contrapposta per gran parte della mattinata, la voce difforme di alcuni contestatori bloccati dalla security fuori da palazzo Bellini, dove hanno sostato brandendo due cartelli polemici destinati al ministro Franceschini.

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