Comacchio. Si è aperto il nuovo ciclo di conferenze “Ripartire dall’acqua per capire la città” promosso dall’associazione culturale “La città invisibile” venerdì scorso alla Manifattura dei marinati.
Primo ospite di questo secondo ciclo il professor Oliviero Mordenti, docente di acquacoltura dell’Università di Bologna con sede a Cesenatico. L’incontro si è diretto a rispondere al grande interrogativo “C’è un futuro per la vallicoltura a Comacchio?”. Questa la domanda che si è posta al relatore e che ha trovato risposta attraverso la sua esposizione. L’idea dell’associazione per questo ciclo è infatti quella di andare oltre all’abituale versione delle valli come scenografia o elemento accessorio alla città per farle tornare invece protagoniste. Una centralità produttiva, per un’economia auto consistente e dunque che viene realizzata dai residenti di Comacchio e rimane ad arricchire la città stessa, senza perdersi altrove.
Una provocazione forse, quella lanciata in questo incontro: “Le valli possono essere ancora produttive oggi? E se sì, attraverso quali coltivazioni o allevamenti?”
La risposta del prof. Mordenti è stata affermativa e si è ampliata illustrando una molteplicità di tecniche di vallicoltura che potrebbero condurre ad una nuova economia basata proprio sulla pesca in valle. Il suggerimento lanciato dal professore è quella di andare oltre l’anguilla, per quanto sia il suo grande oggetto di studio da anni (ma che richiede ancora un significativo lavoro di ricerca), e sperimentare nuove tecniche di vallicoltura. Infatti il consiglio, sperimentalmente provato, è quello di puntare su altre specie ittiche, che richiedono sì un cambiamento di coltivazioni ma offrirebbero, con una semplice e diversa gestione, un risultato particolarmente redditizio in termini di occupazione e profitto.
Non solo! Ha inoltre lasciato attonita la sala riferendo che la valle riesce a ben impattare ecologicamente sulla cattura dell’anidride carbonica al pari di un enorme distesa boschiva. L’utilità dunque degli specchi vallivi nel contrasto alla co2.
L’idea di puntare su specie di pesce autoctono inoltre porrebbe anche un argine alla crisi causata dal del granchio blu.
Lo studio e la ricerca effettuati presso il dipartimento di Cesenatico potrebbero essere un traino per Comacchio, che potrebbe ospitare anche i suoi studenti e offrirgli l’oggetto del loro lavoro.
Inoltre anche l’idea dello studio dell’acquacoltura a Comacchio è affiorata come ipotesi durante la discussione finale. Quale migliore sede se non direttamente sul campo delle valli, sia per delle scuole superiori specializzate che poi per una sede universitaria.
Con tante idee pratiche e con il fermento del pubblico verso un ripristino delle acque vallive, e un ritorno all’interesse produttivo oltre che sostenibile delle stesse l’incontro si è chiuso con l’idea di continuare il discorso in una delle prossime conferenze.
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