Scandalo donazioni Covid. Richetti: “E’ inaccettabile, serve trasparenza”
Una Ferrara repubblicana, liberale e democratica. Questo l’obiettivo del Pri, parte della coalizione di centrosinistra, a supporto della candidatura a sindaco di Fabio Anselmo
Una Ferrara repubblicana, liberale e democratica. Questo l’obiettivo del Pri, parte della coalizione di centrosinistra, a supporto della candidatura a sindaco di Fabio Anselmo
La destra ferrarese continua ad agitare in maniera strumentale il criterio di "residenzialità storica" per ottenere un alloggio popolare, dimenticando quello che non ha fatto in questi anni: garantire davvero una casa dignitosa a chi ne ha bisogno
Nell'ultima settimana due sono stati gli incontri a Villanova con Fabio Anselmo e Sabrina Pignedoli e, dice Maria Teresa Pistocchi del Movimento 5 Stelle, "un sos corale si leva dalle piccole frazioni rurali del Comune di Ferrara"
“Per una città che sappia guardare lontano”, questo lo slogan della lista civica Ferrara Futura del candidato sindaco Daniele Botti, che spicca in mezzo alle bancarelle di cibo della tradizione ferrarese in un fucsia sgargiante. A raccogliere le firme e spiegare ai passanti il programma elettorale i candidati della lista e Botti in compagnia del deputato di Italia Viva Luigi Marattin
I membri del Gruppo Informale per la Tutela del Territorio e della Salute da tempo si stanno occupando dell’attività del biogas e in diverse occasioni, negli ultimi anni, hanno denunciato la situazione delle strade comunali che "sono state danneggiate dal passaggio dei mezzi pesanti"
di Giuseppe Malatesta
Sono state “nefaste e illegittime” le posizioni della Commissione Europea sull’intervento del Fondo Interbancario nel salvataggio delle banche italiane dissestate. Lo dichiara Salvatore Maccarone, presidente del Fitd, nel corso dell’audizione in commissione di inchiesta, ricordando come su tali azioni penda il giudizio della Corte Europea, per la cui sentenza bisognerà attendere ancora alcuni mesi.
Marchiando impropriamente l’intervento come ‘aiuto di Stato’ l’Ue ha di fatto messo i bastoni tra le ruote a chi aveva già predisposto uno schema volontario di salvataggio che sarebbe stato “meno oneroso per le banche italiane, che hanno tirato fuori 1,5 miliardi in più. Arrivammo tardi – ricorda Maccarone -, avevamo intuito che l’orientamento della commissione fosse negativo e stavamo lavorando per creare consenso tra le banche che avrebbero preso parte a quell’operazione complessa di salvataggio”
Una settimana prima della costituzione del fondo, il crack. E la risoluzione: “Se non ci fosse stata noi saremmo intervenuti riuscendo, verosimilmente, a salvare le banche. Personalmente – dice Maccarone – non avevo la minima percezione che stessimo facendo un esercizio inutile”.
La vicenda Carife? “Banca d’Italia autorizzò il Fondo ad intervenire sottoscrivendo un aumento di capitale deliberato dall’assemblea della banca, autorizzazione che deriva dalle regole di funzionamento del Fitd. L’assemblea e la Fondazione Carife votarono per l’aumento, ma il Fondo non poteva erogare i mezzi senza l’autorizzazione. A quel punto si innescò un meccanismo che si è di fatti bloccato nelle stanze di Francoforte”.
Cosa resterà degli eventi “convulsi” e degli anni di fuoco che abbiamo alle spalle, la curiosità degli interlocutori. Per Maccarone “la percezione è che ci aspetti un periodo di pace, una situazione più tranquilla: se ciò non dovesse accadere, credo che ci si orienterà sempre più verso il bail-in rispetto al bail-out. Il primo fa più paura di quanto dovrebbe ed è molto meno incisivo di una liquidazione coatta, che non risparmierebbe nulla”.
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