Politica
27 Agosto 2017
I pentastellati chiedono di privilegiare la storicità economica e residenziale nei criteri di assegnazione

Erp. M5S: “Squilibrio nelle graduatorie, regole da rivedere”

di Redazione | 4 min

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Rivedere il regolamento di assegnazione degli alloggi Erp, privilegiando la storicità economica dei cittadini in emergenza abitativa e la storicità residenziale dei richiedenti. È quanto propone il M5S di Ferrara per appianare lo “squilibro nelle graduatorie”, riscontrato anche nella “nuova graduatoria che ha scatenato un vivace e a tratti feroce dibattito sulla rete”.

Ma qual è la pietra dello “scandalo”? “Dalla prima pagina dell’elenco, si certifica che nei primi 55 in graduatoria, 15 sono nomi italiani e 40 sono nomi stranieri (comunitari e non, senza poter distinguere eventuali individui con la cittadinanza) – sottolineano i pentastellati -. Il dato di squilibrio è balzato agli occhi di tutti coloro che hanno visto tale elenco parziale. L’assessore Sapigni ha precisato che della graduatoria composta da 590 soggetti inseriti, il 49% sono italiani, il 51% è composto – a norma di regolamento – da cittadini stranieri comunitari e extracomunitari che in base alla norma regionale hanno un permesso di soggiorno valido di almeno 3 anni”.

“I cittadini hanno sottolineato un problema di disagio collettivo particolarmente sentito e che in una qualche modo ha prodotto un’onda di indignazione di idea di discriminazione al contrario contro gli italiani – spiega il M5S -. Questo sentimento appare oggi molto diffuso sul territorio nazionale, ma soprattutto a Ferrara, città che risente più delle altre del progressivo disagio economico e sociale di una politica di ‘accoglienza incontrollata’ di flussi migratori non più gestibile dalle attuali forze di polizia”.

È chiaro, secondo i pentastellati, che “il Comune di Ferrara, nel determinare le regole che hanno portato a quell’elenco, debba porsi una riflessione di merito per il futuro e magari anche interagire con la Regione per produrre degli aggiornamenti nella normativa dell’assegnazione delle case popolari. Ci auguriamo pertanto che possa avviarsi un dibattito civile, ordinato, propositivo tra gli enti e le forze politiche di ogni parte affinché si possa arrivare ad una diversa, aggiornata definizione di criteri di assegnazione delle case popolari, anche alla luce della pur sempre ribadita – ma mai risolta – lentezza della consegna agli aventi diritto (problema anche questo che dovrà essere affrontato in maniera significativa)”.

Criteri selettivi da rivedere, favorendo innanzitutto “gli sfrattati, gli espulsi dal proprio nucleo familiare e chi non ha le risorse economiche per accedere ad una struttura”, e “ridando speranza a quei cittadini che per anni hanno dato il loro contributo con il lavoro, le proprie tasse, al benessere della collettività e che oggi, per causa di forza maggiore, necessitano di essere aiutati”.

“Pensiamo pertanto che ripensare ed integrare i punteggi con un criterio che possa essere quello della storicità economica di chi oggi è in emergenza sia una valutazione da aggiungere al disagio effettivo attuale che vive, sempre valutando che tale percorso passato non vada a inficiare la condizione di bassa redditualità attuale che deve essere il punto di partenza di ogni valutazione. In tale senso rivedere parametri e soglie Isee potrebbe essere una buona base di partenza”.

“Si pensa anche che, probabilmente proprio perché ci è stato più e più volte detto che la disponibilità di alloggi nel Comune non è elevata per la bassa rotazione dell’uso (nonostante un grande patrimonio immobiliare presente) – ricorda il Movimento 5 Stelle – sia altresì necessario attuare un criterio di valutazione di storicità residenziale del richiedente”.

Si dovrebbe valutare in tal senso, a detta dei pentastellati, “che i cittadini meritevoli che hanno una buona o elevata anzianità di residenza o di permanenza sul territorio comunale per lavoro, debbano avere un criterio di premialità rispetto a soggetti di nuova residenza o con alta mobilità domiciliare estesa al di fuori del nostro Comune. Chi probabilmente ha vissuto qui per 20-30 o 40 anni, dovrà vedere riconosciuto tale merito, avendo contribuito positivamente alla comunità in termini di partecipazione e per tanto vedersi attribuito un vantaggio in più, proprio per quel senso di appartenenza stabile ad una comunità storica. In un qualche modo, l’essere stato membro della comunità deve essere un fattore premiante per chi oggi è in difficoltà”.

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