Eventi e cultura
25 Agosto 2017
Le opere di Giorgio Cattani, Antonello Loriga e Luca Zarattini 'espropriano' Santa Teresa Gallura

Artisti ferraresi nei luoghi abbandonati della Sardegna

di Redazione | 2 min

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La galleria ferrarese Fabula Fine Art si sposta temporaneamente in Sardegna dove gli artisti Giorgio Cattani, Antonello Loriga e Luca Zarattini esporranno le loro opere all’interno di un luogo abbandonato, scoperto quasi casualmente, a Santa Teresa Gallura in provincia di Sassari.

La mostra, dal titolo “Esproprio. La grazia espropria l’incuria, L’Arte ridona ‘Vita’ là dove regna una ‘Fine’” verrà inaugurata domenica 27 agosto e sarà esposta fino al 10 settembre.

“Oggi il degrado, la fatiscenza e l’abbandono stanno appropriandosi indebitamente della bellezza a causa della negligenza degli uomini – spiega la curatrice Annamaria Restieri -. Lo splendore della natura e la sua armonia, sono sempre più usurpate con violenza dalla ingordigia materialista dell’uomo. Ogni giorno nel nostro micromondo quotidiano vediamo come il concetto del bello viene mortificato per semplice disattenzione o per perverso calcolo da burocrazie o egoismi personali. Come suggerisce il titolo, la mostra intende ‘espropriare’ attraverso il linguaggio dell’arte, la bruttezza che ci circonda e riconsegnare spazi e pensieri alla bellezza”.

Gli artisti Giorgio Cattani e Luca Zarattini

Tra le pareti spoglie e informi che ancora conservano le tracce di presenze passate, i tre artisti riflettono sul senso del tempo che porta a rarefare le voci di presenze dimenticate.

“Nella fragilità di questo ordito architettonico, gli artisti operano mediante una diversità di linguaggi espressivi, l’esproprio di quei caratteri di assenza e abbandono che si percepiscono da uno spazio inabitato, per dar voce alla potenzialità espressiva e all’essenza profonda di un vissuto ancora presente rendendolo nuovamente fruibile e abitabile – prosegue Restieri -. Il gesto dell’arte si fa così espressione di un fatto sociale e si configura come unico mezzo in grado di entrare nelle crepe del decadimento e ritrovare le tracce di una gradevolezza nascosta. La mostra intende dimostrare come l’arte sia forza attiva, trasformatrice e creatrice, capace di espropriare al brutto, all’incuria, alla rassegnazione e modificare la totalità del nostro vedere. L’Arte è un dono e non chiede mai nulla perché è generosa nel suo essere”.

 

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