Politica
23 Agosto 2017
Tanti messaggi di vicinanza alla Macario. Romani: "Si sarebbero comportati allo stesso modo con una coppia eterosessuale?"

Solidarietà per la presidente Arcigay: “Episodio vergognoso, basta omofobia”

di Redazione | 4 min

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Manuela Macario, Flavio Romani, Annalisa Felletti, Leonardo Fiorentini, Stefania Soriani ed Elisa Corridoni

Sono tanti gli attestati di solidarietà giunti nei confronti di Manuela Macario, presidente Arcigay Ferrara, vittima di un presunto attacco omofobo in uno stabilimento balneare a Lido di Spina, dove è stata redarguita dai titolari per aver, a detta di alcuni clienti, tenuto “comportamenti inopportuni” in spiaggia insieme alle sue amiche.

Un caso di discriminazione che fa sbottare in primis Flavio Romani, presidente nazionale di Arcigay ed ex storico numero uno del circolo ferrarese, che si chiede “se la prossima volta che andrò al bagno in questione, di cui sono cliente da parecchi anni, andassi a lamentarmi perché vedo un uomo e una donna per mano, o che si baciano, i gestori richiamerebbero queste coppie eterosessuali come hanno fatto con Manuela? Non credo proprio, e ovviamente sarebbe giusto così.

Perché la domanda da farsi, secondo Romani, è proprio questa: “Si sarebbero comportati allo stesso modo con una coppia eterosessuale? O avrebbero offerto una camomilla a chi si stava lamentando, consigliandogli gentilmente di aggiornarsi e di chiedersi perché un bacio o due persone per mano possano dargli tanto fastidio?”.

“A quanto pare l’estate degli ‘indispettiti e indignati’ contro gay e lesbiche non è ancora finita – commenta amareggiato il presidente Arcigay -, è un trend che osserviamo da nord a sud ed è francamente deprimente. E ancora di più mi stupisce che sia successo in un posto molto easy&free, frequentato da surfisti e possessori di cani, un posto tranquillo e rilassato, e, pensavo, anche bigotti-free”.

E invece” il moralismo d’accatto, magari corredato dal solito squallido alibi ‘ci sono i bambini’ ha colpito anche il Lido di Spina – nota Romani -. Conoscendo il posto e i gestori non riesco a capacitarmi della cosa, credo che questo inedito assoluto abbia mandato un po’ nel panico i gestori, che hanno agito in maniera sprovveduta e superficiale, va detto. Allo stesso tempo credo, che la questione vada affrontata con un confronto serio e franco fra i gestori e Manuela, magari anche con la persona “infastidita”, per cercare con il dialogo e la conoscenza di far morire subito e alla radice questo fastidio che spesso è disprezzo vero e proprio per persone che semplicemente amano persone del proprio sesso, non se ne vergognano e non si nasconderanno mai più. E di questo moralisti e bigotti di tutte le risme dovranno farsene una ragione”.

Non è l’unico a pensarla così. Anche Annalisa Felletti, ex assessore comunale alle Pari Opportunità, apostrofa questo episodio come “l’ennesima vergogna: le persone Lgbti dovrebbero essere libere di essere se stesse esattamente come chiunque altro. Solidarietà a Manuela Macario, discriminata in un luogo in cui lei si sentiva accolta, ‘di casa’, e forse per questo una ferita ancora più dolorosa”.

Per il vicesindaco di Ferrara Massimo Maisto “sui diritti civili tanti passi avanti sono stati fatti. Dal punto di vista legislativo (unioni civili), dal punto di vista delle sentenze (diverse vittorie sul tema adozioni) e nella vita quotidiana di tutti noi. Purtroppo tanti passi avanti sono ancora da fare, come dimostra ciò che ci racconta oggi Manuela Macario. Manuela ha sempre la forza (e credo ne serva tanta) di trasformare queste brutte e spiacevoli vicende in battaglie per i diritti, ma quante persone non hanno la sua voce e subiscono in silenzio? Per questo, e per tutti noi, non dobbiamo mai accontentarci dei risultati ottenuti: i diritti non si fermano”.

L’hashtag #stopomofobia, usato dalla Felletti nel suo post su Facebook, vede concorde indirettamente anche il consigliere comunale Leonardo Fiorentini (SI) secondo cui “è evidente che ci sono tanti passi in avanti da fare in questo paese, in questa provincia ed in questa città. Ma non saranno mai troppi. Solidarietà a Manuela Macario perché con lei ‘e le sue amiche’ siamo discriminati e umiliati tutti”.

Gli ultimi messaggi di solidarietà, senza contare quelli di privati cittadini e altri circoli Arcigay sparsi in Italia, vengono da Rifondazione Comunista. La segretaria della Federazione di Ferrara, Stefania Soriani, “registra con amarezza la scarsa inclusività della mia città, dove Manuela Macario è stata oggetto di uno squallido atto discriminatorio per le sue scelte sessuali. Ancor più grave perché sono state assecondate, senza verificarne la veridicità, insinuazioni e osservazioni omofobe. Purtroppo un altro episodio ascrivibile all’intolleranza nei confronti della diversità, che si tratti di xenofobia, bullismo, razzismo o omofobia.
A lei che ha sicuramente le spalle robuste assoluta solidarietà e vicinanza a tutti coloro che forse più fragili subiscono quotidianamente episodi di becera ignoranza e discriminazione”.

Dello stesso pensiero Elisa Corridoni della segreteria nazionale del Prc che ribadisce che “quando l’omofobia (e il razzismo, il machismo e il bullismo e via dicendo) colpiscono chi ha spalle forti provocano (molta) incazzatura, ma se colpiscono chi è debole sono terribilmente pericolosi. Questa volta, nel male, è andata bene, perché è stata colpita Manuela che le spalle le ha larghe, ed è ‘protetta’ dalla sua stessa visibilità. Ma questo non toglie la rabbia, il senso di scoramento per una società dura da cambiare, e l’ignoranza di chi dice ‘non ci entro’ ma nel non voler essere tirato in mezzo appoggia le più becere affermazioni ‘sulla fiducia’. Allora, a questi signori del bagno di Spina dico che appoggiare attivamente le osservazioni omofobe altrui, senza nemmeno verificarle, significa aver scelto da che parte stare. E loro hanno scelto di essere dalla parte di chi discrimina”.

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