FameLab 2024: fa tappa a Ferrara il talent show per giovani scienziati
Arriva per la prima volta a Ferrara FameLab, il talent show della comunicazione scientifica dedicato a giovani ricercatrici e ricercatori under 35
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Spezzo le gambe a Tizio, ma non sono violento. Esterno pubblicamente dubbi sulla genuinità dei natali di Caio, ma non sono volgare. Conto in cielo le scie chimiche ma non sono cretino. Il breve elenco ossimorico lo lascio completare a Nicola “Naomo” Lodi: manifesto intolleranza e disprezzo verso culture ed etnie diverse dalla mia ma non sono razzista.
Perché scomodo il segretario comunale della Lega Nord? Perché nell’inviare alle redazioni la sua invettiva contro la donna che ha osato vestire il burkini in una piscina comunale di Ferrara ha esordito con un avvertimento: “Inizio subito nel dire che non accetterò accuse di razzismo”.
“Razzista” infatti è un’offesa. È un’offesa dare del razzista a chi non è razzista. Ma se uno dimostra di esserlo con parole e fatti, allora questa parola diventa una semplice, per quanto feroce, constatazione della realtà. Bene, Lodi è razzista. Posso concedere una attenuante: Lodi ha avuto un atteggiamento razzista. E lo invito subito a querelarmi per tale affermazione. Così come invito, nel caso, un giudice a verificare se quanto affermo è offesa e diffamazione o mera constatazione dei fatti.
Premessa la premessa, veniamo al contenuto della denuncia. Lodi sfodera subito il codicillo: l’articolo 12 del regolamento interno della struttura di via Wagner proibisce la balneazione a chiunque presenti ferite, infezioni cutanee, verruche o micosi.
Ecco allora che alla vista del burkini scatta il riflesso pavloviano: “come facciamo a verificare se la bagnante sotto il vestito ha o meno questo tipo di controindicazioni?”. E a noi chi garantisce che il buon Naomo in procinto di immergersi nella nostra stessa piscina indossando uno slip non nasconda un microsporum nella chiappa? E a nulla varrebbe chiedergli di dirimere i nostri dubbi vestendo un costume trasparente: li mette al bando il regolamento comunale per la balneazione…
L’assunto lodiano prosegue poi con una discettazione sul famoso burkini: “non è un costume ma un vestito”. Eppure il materiale, tela sintetica, è lo stesso con cui si fabbricano slip, boxer e bikini. Un costume intero, come lo è la muta o come lo è la divisa che indossano gli atleti in gara. Apostasia dei cinque anelli.
Veniamo quindi alla crociata da “deus vult”. Il novello Goffredo di Buglione chiede pubblicamente alla bagnante di “non imporre agli altri di assistere a tale spettacolo, che ricordo è una violazione della libertà; in Italia esiste una regola e una legge ben chiara, ma soprattutto la religione va rispettata sino a che non va a costringere noi italiani a questi spettacoli”.
Una costrizione tanto terribile e uno spettacolo tanto ripugnante che nessuno, a parte Lodi, si è lamentato. Ma il segretario leghista è in vena di clemenza: “se proprio vuole fare il bagno vestita lo faccia nel proprio giardino di casa al riparo da tutti!”. Naomo non cita la legge di cui farnetica. Anche perché non esiste.
Resosi conto della gaffe, l’esponente del Carroccio torna alla carica e parla stavolta di un vuoto normativo a livello nazionale che va colmato”. Perché “l’abito non è consono per le attività in acqua e non rispetta le norme igieniche”. E infine la chiusura, che – candidamente – dice molto più di questo editoriale: “inoltre non a tutti fa piacere vedere una scena del genere”.
Tornando sulla terraferma, credo che Lodi debba iniziare a rendersi conto del ruolo pubblico che ormai ha assunto. Da strillone di quartiere è riuscito a scalare i vertici comunali della Lega Nord. Rispetto alle ruspe da cui è partito e al manipolo di ventriloqui che ne ripetono meccanicamente gli slogan, ora gli spetta un compito più difficile. Senz’altro meno popolare ma sicuramente più nobile. Quello di essere da esempio. Continui pure a puntare su sicurezza, lotta al degrado e allo spaccio. Ma inizi a farlo senza fomentare intolleranza e ignoranza. Inizi a farlo ponendosi come esempio di opposizione, esempio di astuzia politica, esempio di – chissà mai – sindaco. A me Naomo sindaco non fa paura. Naomo razzista sì.
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