Politica
3 Agosto 2017
La provocazione della Lega: "Facciamo il bagno coi pantaloni". Lo sdegno del Pd: "Caso liberticida per infestare le bacheche"

“Tutti in piscina vestiti”, così Naomo combatte il burkini

di Elisa Fornasini | 3 min

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La battaglia contro il burkini è appena cominciata. “Se non verrà fatta chiarezza sul regolamento, entreremo in piscina vestiti, che sia con il burkini acquistato in internet o con dei normali pantaloni”. È la provocazione lanciata da Nicola Lodi, segretario comunale della Lega Nord, che ieri ha sollevato lo ‘scandalo’ della donna musulmana che ha fatto il bagno nella piscina Beethoven con il costume integrale islamico.

Ad oggi, in Italia, non c’è nessun divieto che neghi l’utilizzo di questo tipo di abbigliamento negli impianti natatori. Eppure per ‘Naomo’ “c’è un vuoto normativo a livello nazionale che va colmato, o liberalizzando il burkini in piscina o vietandolo”. Il leghista ha optato decisamente per la seconda opzione: “L’abito non è consono per le attività in acqua e non rispetta le norme igieniche. Inoltre non a tutti fa piacere vedere una scena del genere”.

Il responsabile della Beethoven, Daniele Gruppioni, contattato ieri da Estense.com ha riferito che “nessuno si è lamentato per il costume della signora”. Invece Nicola Lodi non è d’accordo: “Ho parlato con tre bagnanti e ho scoperto che molte famiglie non andranno più in quella piscina, creando un danno economico per l’impianto”.

“Io non mi scandalizzo a vedere una donna in burkini – riprende Naomo – ma le nome sanitarie vanno rispettate, in costume ho l’80% del corpo scoperto mentre i bagnini non posso controllare cosa c’è sotto il burkini, come ferite o infezioni”. Non possono scoprirlo neanche nel 20% del corpo coperto, ma tant’è. Almeno le verruche non conoscono distinzione di razza e religione.

“Sapevo che avrei creato scalpore ma l’obiettivo è proprio questo, aprire una discussione in cui devono esprimere la propria posizione anche la politica locale e regionale, così come il servizio igiene dell’Ausl – rilancia Lodi -. Ma il subbuglio non deve finire qui, dobbiamo discutere di questo allarme sociale che vede le donne seguire una imposizione dettata dai mariti più che da una scelta personale, anche se ovviamente non parlo di terrorismo in piscina”.

La prima reazione c’è e porta il nome di Luigi Vitellio, consigliere comunale e segretario provinciale del Pd. “Oggi sono incominciati i lavori ‘pesanti’ all’ex Palaspecchi – scrive Vitellio sul suo profilo Facebook -.  Le pinze, ahimè non le ruspe, stanno demolendo una parte dello stabile. Il nostro Naomo che ha tentato in tutte le maniere di bloccare questo percorso di riqualificazione cerca un nuovo caso per infestare le bacheche. Lo trova a pochi metri da lì, nella piscina di via Beethoven. Sentite bene: una donna indossa un burkini, un costume intero simile a una muta”.

“Che strana questa Lega – prosegue l’esponente Pd -: da un lato manifesta contro la legge sui vaccini, a dir loro liberticida, e dall’altro lato vorrebbe vietare l’ingresso in piscina ad una persona colpevole di indossare un costume intero. Infine il nostro Naomo si preoccupa di essere considerato razzista – chiosa Vitellio -, io credo semplicemente che il caldo e le pinze facciano semplicemente straparlare. Aspettiamo il fresco e andiamo in piscina”. Forse vestiti, come vuole la provocazione leghista.

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