Cronaca
25 Giugno 2017
Il sindacato della polizia penitenziaria denuncia i problemi che attanagliano il personale della casa circondariale di Ferrara

Sappe: “Sempre meno sicurezza in carcere”

di Redazione | 2 min

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La situazione delle carceri in Italia e sempre più difficile e la casa circondariale di Ferrara non fa eccezione. La preoccupazione del Sappe, il più rappresentativo sindacato di polizia per gli agenti di polizia penitenziaria dell’Arginone, sta tutta nelle parole del segratario generale aggiunto Giovanni Battista Durante,  che  ieri mattina ha esposto alla stampa le criticità che attanagliano il personale in servizio a Ferrara e non solo.

Totale assenza della politica e dei vertici dell’amministrazione del carcere rispetto a tutto ciò che riguarda la sicurezza delle strutture e l’organizzazione è la prima critica mossa dal Sappe, che riferisce di come molti istituti siano privi dei sistemi di sicurezza, mentre la carenza del personale accentua ulteriormente il problema.

“Ogni anno – spiega Durante – vanno in pensione circa 1200 appartenenti al Corpo. A Ferrara sono presenti circa 370 detenuti, mancano i mezzi per il trasporto. Dall’inizio dell’anno sono state effettuate oltre 450 traduzioni e, spesso, il personale di polizia penitenziaria deve anche effettuare le udienze delle direttissime, cosa che compete alle altre forze di polizia operanti sul territorio, cioè quelle che effettuano gli arresti. Invece, con la solita formula che le camere di sicurezza non sono adeguate, si scarica tutto sul carcere. Sarebbe opportuno, invece, che custodissero gli arrestati nelle loro caserme e li portassero direttamente in udienza, evitando aggravio di lavoro per la polizia penitenziaria”

La preoccupazione del Sappe riguarda anche la sorte dei propri segretari a Ferrara, dato che i vertici del carcere hanno fatto “ben tre rapporti disciplinari a tre di loro”. “Una cosa senza precedenti – tuona Durante – e rispetto alla quale faremo tutto ciò che la legge ci consente per tutelare i nostri segretari. Non vorremmo assolutamente considerare l’ipotesi di un atttacco al sindacato, cosa che, se avvenisse, sarebbe davvero grave. Vigileremo attentamente e daremo ogni sostegno possibile ai nostri segretari”.

A non convincere il Sappe sono anche le ultime riforme che hanno istituzionalizzato la vigilanza dinamica, “che consente a tutti i detenuti di essere liberi di girare nel carcere, senza adeguati controlli”, così come non convincono l’affettivita in carcere (colloqui con la compagna o il compagno di 24 ore senza controlli ) e l’utilizzo di sistemi di videocollegamento con i familiari, come Skype o altri.

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