Codigoro
12 Aprile 2017
Gianluigi Belmonte stava passando sotto una gru quando un peso gli è caduto sulla testa

Due patteggiamenti per la morte sul lavoro di un 25enne

di Redazione | 2 min

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L’operaio deceduto, Gianluigi Belmonte

Pontemaodino. Era il 22 marzo del 2016 quando Gianluigi Belmonte, operaio salernitano di 25 anni, perde la vita in un incidente mortale sul lavoro. Nel cantiere era attiva la ditta Asi, impresa appaltante dei lavori relativi alla demolizione e allo smontaggio di macchinari nello stabilimento ex Euroconserve, di proprietà della Grandi Riso.

Qui operava la Mainardi sas, impresa appaltatrice dei lavori, e la ditta Massarenti srl. Un operaio di quest’ultima stava movimentando con la gru un grosso tubo in acciaio inossidabile. Sotto quel carico, attorno alle 17.30, passa Belmonte, che viene colpito al capo da un disco di acciaio di circa 15 kg e 70 cm di diametro distaccatosi da una delle due flange del tubo da un’altezza di circa dieci metri.

In quel momento il giovane aveva appena finito la giornata lavorativa e stava andando a timbrare il cartellino. Inutili, purtroppo i soccorsi intervenuti con un’ambulanza, automedica e anche elisoccorso. Il colpo fu tremendo e le lesioni subite ne provocheranno il decesso.

Belmonte, insieme ai colleghi, era arrivati a Pontemaodino da poco più di una settimana per smontare un impianto di essicazione per poi inviarne i pezzi in Portogallo, dove sarebbe stato riassemblato e riutilizzato.

Per quei fatti la pm Ombretta Volta aveva accusato di omicidio colposo tre persone. Alexandros Chalkiopoulos, 39 anni, di nazionalità greca, presidente del consiglio di amministrazione della Asi, impresa appaltante dei lavori; Pasquale Mainardi, napoletano di 52 anni, legale rappresentante della Mainardi sas, impresa appaltatrice dei lavori; e il guidatore della gru, Massimo Mazzanti, ferrarese di 51 anni, dipendente della Masserenti srl. In particolare Chalkiopoulos aveva omesso di designare il coordinatore per la progettazione e il coordinatore per l’esecuzione dei lavori, i quali avrebbero dovuto disporre le misure necessarie a coordinare il lavoro dell’impresa che doveva imbragare il carico (la Mainardi) e di quella che doveva movimentarlo (la Massarenti).

Ieri davanti al gup Monica Bighetti i primi due hanno patteggiato la pena. Chalkiopoulos, difeso dall’avvocato Giulio Maini del foro di Piacenza, è stato condannato in patteggiamento a un anno. Mainardi, difeso dall’avvocato Claudia Pelà, a un anno un mese e 10 giorni (pene sospese).

Mazzanti invece, difeso dall’avvocato Riccardo Venturi, ha preferito la strada del dibattimento e andrà a processo a giugno.

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