Frontale in via Bonzagni: due donne ferite, disagi al traffico
Scontro frontale nel tardo pomeriggio in via Bonzagni: due donne ferite e trasportate a Cona, disagi al traffico per i soccorsi
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Introvabile da dieci giorni. Sparito nelle valli che si estendono dalle campagne tra Bologna e Ferrara dopo aver verosimilmente freddato due persone e averne ferita una terza.
Messo alle strette Igor/Ezechiele si è fatto strada a colpi di pistola. Le voci sull’identità dell’assassino di Davide Fabbri e Valerio Verri si sono rincorse nelle ultime ore. Prima Igor Vaclavic, russo, ex milite dell’Armata Rossa. Poi Ezechiele Norberto Feher, serbo nato a Subotica, cittadina a dieci chilometri circa dal confine con l’Ungheria.
Sul suo profilo foto e selfie tra Ferrara e Valencia, che lui stesso definisce “home sweet home”: casa dolce casa. Geograficamente la vicenda di Feher, pare intricata. Certamente “Igor il russo”, non sarebbe russo, e non sarebbe neppure un militare dell’Armata Rossa. In effetti era stato proprio lui a dare queste generalità, era “diventato” Igor Vaclavic quando venne arrestato nel 2007 per alcune rapine nell’argentano e poi nel 2010, dopo due anni di carcere, per altre rapine compiute brandendo un’ascia, il volto coperto da un casco per moto.
La fuga audace e rocambolesca del serbo, che si diceva russo, divenuto col tempo un militare poi accreditato come individuo in possesso di un addestramento da corpi speciali, alimenta da sé numerosi dubbi sull’individuo e sul suo passato.
Quel che è certo è che Feher, circa quarant’anni, sia originario di Subotica, in Serbia. Allo scoppio delle guerre jugoslave, nel 1991, non avrebbe avuto più di 14 anni. Un’età che non lo esenterebbe dall’aver ricevuto un addestramento paramilitare in una delle formazioni di guerriglia serbe attive negli anni ’90 nell’ex federazione Jugoslava. La “Guardia volontaria serba” meglio nota con il nome di “Tigri di Arkan” o gli “Scorpioni” già condannati per le operazioni di pulizia etnica di Srebrenica. Per citare solo le più famose. Formazioni paramilitari guidate da signori della guerra locali portatrici di terrore sotto forma di omicidi, stupri, furti e incendi. Igor avrebbe potuto far parte di uno di questi gruppi. Sopravvissute alla fine del conflitto jugoslavo sotto forma di formazioni di ultras al seguito delle squadre serbe e croate. Sarebbe riparato in Italia per sfuggire a una qualche condanna per crimini di guerra.
Quest’ipotesi prende consistenza e verosimiglianza se si considera il rapporto del think tank Political Capital che accredita l’ipotesi di un sostegno economico russo alle formazioni di estrema destra dell’area slava. Secondo il rapporto l’intelligence russa finanzierebbe formazioni nazionaliste in Ungheria dal 2012. Nel documento si legge di una “radicalizzazione sostenuta dal Cremlino fra i movimenti di destra e sinistra in Ungheria, Slovacchia, Repubblica Ceca e Polonia”.
La vicinanza della città d’origine di Feher proprio all’Ungheria, il suo modus operandi e l’identità russa dichiarata in seguito agli arresti degli anni passati potrebbero fare supporre un periodo di addestramento proprio in Russia. Ipotesi avvalorata dal profilo Facebook collegato al nome di Ezechiele Norberto Feher, in cui compaiono numerosi post in ungherese scritti proprio dall’introvabile “Rambo serbo”.
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