Eventi e cultura
19 Marzo 2017
Al Boldini l'omaggio al fotografo Luigi Ghirri con la proiezione ferrarese di ‘Deserto Rosa’

Con Elisabetta Sgarbi la fotografia prende vita e diventa cinema

di Redazione | 2 min

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La fotografia prende letteralmente vita nel docu-film di Elisabetta Sgarbi “Deserto Rosa”, con il quale omaggia il fotografo Luigi Ghirri, che rivive nei suoi scatti più cari fra poesia e musica. La produzione, presentata alla 67° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, raggiunge Ferrara all’interno del festival di fotografia “Riaperture”, che dal 17 al 19 marzo riapre spazi urbani chiusi o dismessi dedicandoli all’esposizione artistica.

Luigi Ghirri, scomparso 25 anni or sono, sognava di allestire una ‘casa delle stagioni’ in un casolare della campagna reggiana, protagonista di quasi tutti gli scatti presenti nel film.

“Questo è un racconto che ho appreso da Paola Ghirri – svela Elisabetta Sgarbi – l’altra metà di Luigi, con la quale ho selezionato le foto presenti in Deserto Rosa. Ho voluto trasgredire rispetto al classico ciclo di stagioni, e così ho suddiviso il film in 5 parti: oltre alle quattro stagioni ho aggiunto la primavera notturna”.

E così l’artista regala a Luigi il suo sogno, ossia un casolare dalla cui finestra sono proiettati gli scatti della sua campagna reggiana, in un alternarsi di luci, movimento e ingrandimenti dei particolari che hanno dato vita alla foto facendola sembrare ripresa.

Protagonista assieme alle fotografie di Ghirri, la magistrale esecuzione musicale di Franco Battiato e la lettura dei testi dalla voce di Toni Servillo. I testi, quasi poetici, offrono una lettura in chiave esistenziale degli scatti di Ghirri, in cui si riflette sul rapporto fra il fotografo e il concetto del tempo, in particolare il tempo della natura contrapposto al tempo dell’uomo. L’assenza di figure umane in quasi tutte le fotografie richiama spesso all’assenza dichiarata di Dio, che inevitabilmente porta ad un baratro di constatazioni struggenti.

“La finestra dello studio di Luigi è stata disegnata da Luca Volpatti – racconta l’artista – e attraverso questa finestra la fotografia diventa un tempo vivo, che scorre, mentre dietro l’obiettivo la foto è la riproduzione di un istante, cioè esattamente il contrario”.

La regista però, gelosa della sua produzione, esce dalla sala durante la proiezione, ritenendo che la qualità non fosse ottimale a causa di una mancata proiezione di prova da lei richiesta, e dichiarando che “proiettare così Deserto Rosa è come stampare in alta qualità sopra alla carta assorbente”.

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