Politica
21 Febbraio 2017
Il segretario provinciale dei dem sull'ipotesi rottura: "Mi auguro prevalga la ragionevolezza". Baraldi: "Scissione irrispettosa del momento storico"

Crisi del Pd, Vitellio: “Non è un momento felice”

di Redazione | 3 min

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“Per una città che sappia guardare lontano”, questo lo slogan della lista civica Ferrara Futura del candidato sindaco Daniele Botti, che spicca in mezzo alle bancarelle di cibo della tradizione ferrarese in un fucsia sgargiante. A raccogliere le firme e spiegare ai passanti il programma elettorale i candidati della lista e Botti in compagnia del deputato di Italia Viva Luigi Marattin

Occorre un sindaco che lavori per il futuro di questa città

I Civici intervengono su una città che invecchia e con i giovani troppo spesso costretti a emigrare. "Lo stesso 'Patto per il lavoro e per il clima - Focus Ferrara' sottoscritto nel 2021 dalle istituzioni e parti sociali ferraresi riconosce la crisi demografica, insieme all’emergenza climatica, come il principale problema da affrontare e individua gli interventi per affrontarla, ma è rimasto lettera morta"

Per ora la crisi interna al Pd non sembra aver portato grandi contraccolpi a Ferrara, anche se è presto e anche se l’assemblea nazionale di domenica ha generato più confusione che altro.

“Ad oggi nessuno ha restituito la tessera né sono state fatte altre scelte in quella direzione – afferma Luigi Vitellio, segretario provinciale dei dem -. Mi auguro che prevalga la ragionevolezza e la responsabilità da parte di tutti” La situazione è però ancora nebbiosa e critica: “È difficile capire dove sia la verità, soprattutto dopo l’intervento di Michele Emiliano in assemblea e l’Ansa uscita subito dopo (in cui Emiliano, contrariamente a quanto sostenuto nel suo intervento a riparlato di scissione insieme a Enrico Rossi e Roberto Speranza, ndr). Certo, per chi ha lavorato sempre per l’unità non sono momenti felici. Sappiamo che quando la sinistra si spacca ne esce sempre sconfitta”.

Se la minoranza interna al Pd estense – Unità Riformista – al momento rimane silente, l’ex ‘civatiana’ Ilaria Baraldi, voce spesso critica dentro i dem ferraresi, testimonia la confusione che regna tra gli iscritti: “Ieri (domenica, ndr) non si sono chiarite tutte le posizioni e l’assemblea, più che altro, ha dichiarato al Paese le nostre difficoltà interne e per coloro che vogliono uscire questo fatto suona molto come una scusa. Da fuori si fa fatica a comprendere, anche se non sono fra quelli che accusano la minoranza solo per una data. È stata un’occasione persa”.

E anche lei, che è sempre stata critica con le posizioni e gli atteggiamenti assunti da Renzi, oggi è in difficoltà: “Credo che come segretario abbia fatto poco bene al Pd e spero che il congresso possa essere un’occasione per rimetterlo in discussione, anche se i numeri sono dalla sua parte. Ma, magari, un candidato come Andrea Orlando (attuale ministro che si è detto disponibile a candidarsi se servisse ad evitare la scissione, ndr) potrebbe riportare su alcuni temi”. Come, ad esempio, la capacità del Pd di ricostruire una base elettorale attiva, clamorosamente erosa negli ultimi anni: “Non sarà la scissione a portare via i grandi numeri, chi doveva andare via lo ha già fatto, anche a Ferrara, e il grosso è stato perso negli ultimi anni a causa delle scelte fatte”.

La spinta è quella verso l’unità, anche se “dopo l’abbandono di Civati – prosegue Baraldi – sono rimasta un po’ orfana, ma devo ricordare a me stessa che nel 2009 ho sostenuto Marino contro Franceschini e Bersani: sarebbe paradossale che uscissi per seguire quest’ultimo. Penso che alcuni abbiano fatto il proprio tempo, anche se non li giudico in maniera del tutto negativa, ma bisogna guardare avanti. La scissione – conclude – mi sembra molto poco rispettosa del momento storico e penso che certe battaglie bisogna continuare a farle da dentro”. Sui possibili candidati della minoranza, d’altronde, le perplessità non mancano: escluso Emiliano per manifesta incomprensibilità della posizione assunta, “Speranza non ha speranza, mentre Rossi mi piace come amministratore e lo osservo, ma se va fuori dalla porta insieme a Bersani faccio un po’ fatica”.

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