Attualità
6 Dicembre 2016
Passeggeri bloccati nel convoglio per un guasto all'impianto di locomozione. La testimonianza di una nostra lettrice

Treno fermo per sei ore sul ponte del Po: “Un incubo”

di Redazione | 3 min

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(foto di archivio)

(foto di archivio)

Un incubo lungo sei interminabili ore, stipati in un treno al freddo e al buio. E’ quello che hanno subito i circa 250 passeggeri a bordo del treno regionale veloce Venezia-Bologna, rimasto fermo dalle 21 di ieri sera fino alle 3.15 di notte all’inizio del ponte sul Po nella zona di Santa Maria Maddalena. Un guasto all’impianto di locomozione ha fatto fermare il convoglio ‘in piena linea’, in un tratto cioè dove non era possibile fare scendere le persone per trasferirle su un altro treno o su pullman.

Vista la posizione dell’arresto, quindi, tutti i passeggeri sono rimasti, per quelle sei ore, completamente bloccati all’interno del treno. Tra di loro c’era anche Giulia, una nostra lettrice, che ha deciso di raccontarci quello che definisce un vero e proprio “incubo”. Non solo per le “tempistiche di soccorso che sono state eccessivamente inadeguate” ma anche e soprattutto per “le circostanze in cui tutto ciò si è svolto”.

“Gli avvisi ai passeggeri da parte del personale sono stati troppo scarni e frettolosi, aggiungendo che nell’ultima ora siamo stati completamente abbandonati a noi stessi, senza che ci venisse fornita alcuna notizia – racconta Giulia -. E dopo cinque ore di attesa trovo anche normale il bisogno di qualche certezza, per non tanto rasserenare, quanto più per placare gli animi”.

Ma in generale sembra stonare propria tutta la gestione dell’emergenza. “All’una e mezza siamo stati pregati, tramite avviso all’interfono, di spostarci tutti quanti nei due primi vagoni, senza però una motivazione – ricorda la nostra lettrice -. Molte persone sono restate in piedi o si sono sedute a terra. Siamo rimasti al buio per le ultime due ore di attesa”.

Buio e freddo. “C’è da aggiungere anche il fatto che, contemporaneamente all’avaria del motore, si fosse bloccato anche l’impianto di riscaldamento, mai più ripristinato. E in sei ore, nonostante le giacche addosso e l’ammassamento delle persone, posso assicurare che il clima era davvero freddo. E poi c’era la sete, la fame e la mancanza d’aria, dal momento che i finestrini erano bloccati”.

Vista la situazione, “alcuni passeggeri, una signora in particolare, hanno cominciato ad agitarsi notevolmente. Sono state allertate numerosissime volte, nel giro di quelle due ultime ore, le forze dell’ordine e, credo, anche i vigili del fuoco visto che, a cinque minuti dalla partenza, sono stati avvistati nella strada sottostante tre o più mezzi del 115 ed alcune volanti”.

Giulia ha deciso di lasciarci la sua testimonianza perché “ritengo che sia doveroso rendere di pubblico dominio un così vergognoso ed increscioso episodio riguardante i trasporti Trenitalia, già ben noti per i disagi (per cui tanto amano scusarsi) così frequentemente causati ai passeggeri, nonché loro clienti”. Ma il suo pensiero è sicuramente condiviso da tutti passeggeri che hanno passato la notte nel convoglio a due piani.

L’odissea è finita solo verso le 3.15 quando un secondo mezzo di soccorso è riuscito a spingere il famigerato Rv 2249 fino alla stazione di Ferrara. Gli altri tentativi di risoluzione tramite l’utilizzo di una motrice trainante, arrivata in loco circa due ore dopo l’arresto per guasto, sono andati a vuoto visto che anche il mezzo di soccorso nel giro di un’ora, dopo diversi tentativi di partenza, si è anch’esso guastato.

Gli sfortunati viaggiatori sono arrivati alla stazione di Ferrara stremati. Alcuni sono rimasti nella nostra città, altri hanno preso un treno con partenza alle 4.20 in direzione Bologna. Ovviamente ogni coincidenza con altri treni è stata irrimediabilmente persa e il mantra “ci scusiamo per il disagio” non basta: Trenitalia ha assicurato a tutti il rimborso del biglietto.

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