Cronaca
22 Ottobre 2016
Notificato un invito a comparire in procura. L'ipotesi di reato è abuso d'ufficio

Caso Camelot, i nomi degli indagati. Avviso per dirigente Comune ed ex direttore Asp

di Redazione | 3 min

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procu (640x420)Un invito a comparire in procura per chiarire la propria posizione in merito agli affidamenti diretti di Comune di Ferrara e Azienda Servizi alla persona nei confronti della cooperativa Camelot. I provvedimenti sono stati notificati ai diretti interessati e chiamano in causa per eventuale abuso d’ufficio l’ex direttore dell’Asp Maurizio Pesci e la dirigente del Comune di Ferrara Lucia Bergamini, che in qualità di responsabile del Servizio salute e politiche sociosanitarie ha firmato i contratti.

Pesci, difeso dall’avvocato Fabio Anselmo, e Bergamini, difesa dall’avvocato Pier Luigi Pieraccini, sono finiti nel registro degli indagati compariranno davanti al pm Stefano Longhi, titolare dell’indagine nata dopo l’esposto del consigliere comunale di Gol Francesco Rendine sui numerosi affidamenti diretti assegnati alla cooperativa, non solo nell’ambito del progetti Spar, che rappresentano comunque la voce economicamente più grossa, per un totale di circa quattro milioni di euro nel biennio 2013-2014.

Uno di quegli affidamenti finì anche nel mirino dell’Antitrust, costringendo il Comune alla revoca del provvedimento per virare sulla modalità del bando pubblico (vinto poi da Camelot), mentre sull’intero asse Comune-Camelot pende una indagine della Corte di conti regionale, attivata anch’essa tramite esposto (questa volta di Alan Fabbri della Lega Nord) per presunto danno erariale.

La procura dovrà valutare, basandosi grazie sui chiarimenti degli indagati, se in quei rapporti si è verificata o meno una violazione del codice degli appalti, favorendo così la cooperativa ferrarese.

Mentre l’avvocato Pieraccini, contattato al telefono, di ritorno da un’udienza a Roma non ha potuto visionare gli atti e non rilascia dichiarazioni, l’altro legale, Fabio Anselmo si dice “molto sereno per una vicenda nata solo da una volontà di speculazione politica”.

Non mancano poi i commenti di esponenti dei partiti di opposizione, come Alan Fabbri che ripone “fiducia nel lavoro dei giudici, che stanno indagando su due dirigenti, in merito all’inchiesta “Camelot”, ma anche ferma contrarietà a tutto il sistema dell’accoglienza degli immigrati”. Sulla questione, il capogruppo regionale della Lega Nord invita per ora a non correre avanti. “In generale, su tutto il discorso della cosiddetta “accoglienza” degli stranieri, la nostra posizione è chiara e critica a prescindere, su tutto questo movimento, che a nostro giudizio alimenta un giro poco virtuoso di denaro pubblico – sostiene Fabbri -. Dopodiché, aspettiamo il corso della giustizia ed abbiamo fiducia nel lavoro di magistratura e polizia giudiziaria, perché l’avviso di garanzia inviato ai due dirigenti non è una sentenza”. Alan Fabbri rimane, tuttavia, convinto che sia “arrivata l’ora di smetterla, con questo collegamento tra il sistema dell’accoglienza e la gestione di fondi pubblici, che rischia di alimentare forti dubbi”.

Chi non si dice per nulla sorpreso è invece Paolo Spath di Fratelli d’Italia, partito che già il 26 agosto 2015, tramite una interpellanza presentata nei consigli comunali di Ferrara, Vigarano, Tresigallo, Ostellato, Masi Torello, chiedeva l’istituzione di una commissione d’inchiesta consigliare per verificare la correttezza dei bandi indetti in passato dall’amministrazione e di sospendere l’accoglienza dei profughi a Ferrara –gestita da Camelot – fino a nuova aggiudicazione del servizio. “Purtroppo – commenta – quello che non ha avuto la forza di fare la politica, oggi lo fa la giustizia, dico purtroppo, perché è stata l’ennesima occasione persa, per dar un minimo di credibilità alla politica locale”.

Per Spath, “se da un lato è opportuno lasciare che la magistratura e la giustizia faccia il suo corso, prima di esprimere giudizi in merito, dall’altro lato non è possibile esimersi da considerazioni strettamente politiche”. Quanto all’avviso di garanzia diretto a un dirigente comunale, “non vorremmo che questi facesse da “capro espiatorio” o da “parafulmine”, in una vicenda ben più grande di lei. Sappiamo infatti che nelle amministrazioni pubbliche i dipendenti comunali, sono degli esecutori, mentre le responsabilità di governo e di indirizzo spetta alla componente politica, cioè al sindaco e agli assessori”.

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