Politica
15 Ottobre 2016
Interrogazioni dei deputati Ferraresi e Villarosa sui mille risparmiatori esclusi dai rimborsi e sulla crisi dello stabilimento di Copparo

Su Carife e Berco deputati M5S all’attacco

di Redazione | 3 min

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“Il decreto salva-banchieri del novembre scorso è come una matrioska di fregature. Quando pensi che la truffa sia ormai alla luce del sole in tutti gli aspetti, ecco che spunta sempre qualche altra trappola dietro, o dentro, le altre. Se ne sono accorti pure i parenti o familiari che hanno ricevuto a titolo gratuito dai risparmiatori coinvolti le obbligazioni subordinate delle quattro banche risolute”.

Lo denunciano i deputati M5S che con Vittorio Ferraresi e Alessio Villarosa hanno depositato una interrogazione al ministero delle Finanze per chiedere conto di una evidente anomalia nel sistema di regole che sovrintendono ai rimborsi forfettari in favore degli investitori colpiti dal decreto del 22 novembre.

“Non è bastato il pasticcio dei decreti che dovrebbero regolare gli arbitrati dell’Anticorruzione e che sono stati rispediti dal Consiglio di Stato al Tesoro per macroscopici errori ed incongruenze. Ora si scopre che, a differenza degli eredi del risparmiatore eventualmente defunto, che possono accedere al risarcimento forfettario se rientrano negli stessi limiti di reddito o di patrimonio, i familiari o parenti cui le obbligazioni siano state trasferite in vita a titolo gratuito, non hanno diritto al rimborso. Un vincolo assurdo, una disparità inspiegabile”, rincarano Ferraresi e Villarosa.

“Nel caso di Carife, la Cassa di Risparmio di Ferrara – proseguono – stiamo parlando di circa mille casi. Cittadini che peraltro hanno già fatto domanda di rimborso all’80% senza sapere nulla di questa assurda esclusione. E che ora non possono più nemmeno sperare nei fantomatici arbitrati dell’Anticorruzione, perché il ricorso a una procedura esclude automaticamente la possibilità di accedere all’altra”. “Chiediamo e pretendiamo che l’esecutivo amico dei banchieri risolva almeno questa scandalosa anomalia che genera una inconcepibile disparità di trattamento”, chiudono i portavoce M5S.

Anche sul caso della Berco, che sta vivendo giorni difficili come quelli del 2013 e dove sono a rischio centinaia di posti di lavoro, torna ad intervenire il deputato 5 Stelle Vittorio Ferraresi. Lavoro che non manca ma che, “a causa della gestione aziendale, delle sue scelte, risulta in perdita”. “Quale migliore occasione – commenta Ferraresi – per scaricare i costi sulle spalle dei lavoratori; meglio esternalizzare le cosiddette inefficienze e precarizzare il lavoro, visto che la legge glielo consente. Mobilità preludio dei licenziamenti, senza alcun ammortizzatore che possa far comunque continuare il rapporto di lavoro in Berco. Quello di Berco sembra il primo caso in Italia in cui si passa direttamente alla mobilità senza far ricorso ad ammortizzatori sociali”.

Anche in vista dell’incontro a Roma presso il Ministero dello sviluppo economico del prossimo 18 ottobre Ferraresi ha chiesto, con una interrogazione, coinvolgendo anche il Ministro del lavoro, che come Governo si intervenga nel merito. “Non si può permettere – dice – di continuare a seminare disoccupazione in una provincia, quale quella ferrarese, in cui pesante risulta già la crisi occupazionale: 12,3% il dato ferrarese della disoccupazione a fronte di un 7,7% di quello emiliano; il peggior dato a livello regionale. Vorrei che si dicesse chiaramente – conclude Ferraresi – quali iniziative intendono prendere i Ministri interrogati al fine di verificare la correttezza delle politiche industriali, allo scopo di garantire la capacità produttiva di un’impresa tra le più rilevanti del settore meccanico-siderurgico a livello nazionale e perché siano salvaguardati gli attuali livelli occupazionali, anche attraverso tutti gli ammortizzatori sociali conservativi previsti dalla normativa”.

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