Bonazza sfida Pambianchi e Bertarelli: “Basta accuse, confrontiamoci col dibattito”
È quanto afferma l'avvocato Gianluca Bonazza, candidato sindaco a Lagosanto per le prossime comunali dell'8 e 9 giugno
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Si è svolto presso la sala consigliare del Comune di Lagosanto l’incontro organizzato da Gianluca Bonazza, candidato sindaco della lista ‘Rinnovare Lagosanto’ dedicato al tema del mondo agricolo. Tra il pubblico anche Marco Salvi, recentemente riconfermato alla guida di Fruitimprese
Dopo cinque anni, Davide Nardini lascia la presidenza di Asp del Delta Ferrarese e al suo posto nei giorni scorsi è stato nominato Lorenzo Marchesini
Lagosanto. "Nella mia veste di candidato sindaco del Comune di Lagosanto per la Lista R-Innovare Lagosanto riscontro come solo ora il Pd locale si scopra sostenitore del verde pubblico del paese". Attacca il Pd Laghese il candidato sindaco Gianluca Bonazza che...
Dopo le insinuazioni delle ultime ore, il Partito Democratico di Lagosanto replica alle parole di Giuseppe Manfredi, storico esponente dei socialisti craxiani, che chiamava in causa i dem nel commentare la notizia dell'arresto del fratello del sindaco Cristian Bertarelli
Lagosanto. La scusa che presentava ad amici e conoscenti era sempre la stessa: aveva bisogno di qualche migliaio di euro per poter affrontare le spese legali e burocratiche ed entrare in possesso di una ricca eredità. A quel punto, prometteva, avrebbe restituito ai suoi benefattori anche il doppio di quanto ricevuto.
Peccato che Marisa Marinelli, 68enne di Lagosanto, non ha più versato un euro nel conto dei suoi – per così dire – amici, e per questo è stata condannata in primo grado per truffa a un anno e due mesi di reclusione (oltre al risarcimento completo del maltolto) dal tribunale di Ferrara.
La vicenda iniziò una decina di anni fa, nel 2007, quando di fronte alle poste di San Giuseppe di Comacchio la Marinelli incontrò una delle sue future ‘vittime’, un pensionato che non molto tempo prima era rimasto vedovo. Già al primo incontro la donna trovò un modo per chiedergli un piccolo prestito, da circa 600 euro, e da quel momento i due cominciarono a frequentarsi sempre più assiduamente. “Era diventata la sua donna – racconta una parente presente in aula – e veniva sempre a mangiare da noi. Era diventata una di famiglia”.
In un primo momento la Marinelli usò un’identità fittizia, quella di Luisa Martinelli, e solo più tardi rivelò ai nuovi conoscenti il proprio vero nome. Ma fu proprio quel dettaglio a mettere in allarme la famiglia: bastò infatti una semplice ricerca su Google per scoprire che la donna era stata condannata per truffa dal tribunale di Venezia, per aver ricevuto in prestito e mai restituito circa 150mila euro da un amico croupier al casinò. Anche in quel caso, si leggeva sui quotidiani veneti, la scusa era quella di dover ritirare un’importante eredità.
La stessa scusa che la Marinelli stava utilizzando in quello stesso periodo con quattro ferraresi, dai quali era riuscita a ottenere rispettivamente 18mila, 15mila e due ‘quote’ da tremila euro. Le famiglie, che si sono costituite parti civili attraverso l’avvocato Barbara Simoni, sono riuscite a ottenere il completo risarcimento dei danni grazie alla sentenza del tribunale di Ferrara, che ha condannato la Marinelli per truffa aggravata.
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