di Silvia Franzoni

Danzare per chi non può danzare, cantare per chi non può cantare: lo spettacolo di beneficenza in programma per mercoledì 1 giugno (dalle ore 20.30) ha proprio questo obiettivo, essere “omaggio a chi ha perso la possibilità di muoversi a causa della atassia”.

L’atassia è un malattia neurodegenerativa rara “ma non sono rare le persone che ce l’hanno”: così Gianpietro Domenicali, presidente dell’associazione Acaref, che dal 2012 si occupa di ricerca e assiste i circa 20 malati nel ferrarese. La mission prima di Acaref, la ricerca scientifica di una malattia che si conta abbia colpito almeno 5.000 persone in Italia e che resta pressoché sconosciuta, è perseguita attraverso una mirato e continuo finanziamento; stanziamenti che vanno a sovvenzionare – sono già stati devoluti 40.000 euro, ndr – la ricerca, svolta proprio presso l’università cittadina grazie ad un accordo quadro stretto con l’ex rettore Pasquale Nappi. L’evento del 1 giugno, dunque, sarà una iniziativa di raccolta fondi: l’intero incasso – l’entrata è a offerta libera – sarà devoluto all’associazione.

“Noi mettiamo a disposizione la Sala Estense – specifica l’assessore alla Sanità Chiara Sapigni – e diamo così spazio alla collaborazione tra arti e sociale”: lo spettacolo, infatti, sarà impostato come “esperienza artistica a 360 gradi – evidenzia Stefania Plenario, presidente SPace asd – alternando danza e canto per rendere una dicotomia interiore, come il bianco e il nero che è titolo e format dell’evento ideato da Federica Massa, curatrice del progetto danzamando.form”.

Sul palco della sala in piazza Municipale, dunque, andranno in scena circa 25 danzatori amatoriali – tra loro anche dei piccolissimi – del progetto danzamando.form, mentre la colonna sonora sarà affidata alla voce di Silvia Andreolini: brani intensi e coreografie curate per liberare i corpi dei malati atassici, quei corpi diventati prigione a causa di una malattia incurabile che toglie progressivamente equilibrio, coordinazione, capacità di parlare e di respirare.

“Mi raccomando, dress code bianco e nero!” ammonisce a conclusione Stefania Plenario, augurandosi che “i ferraresi rispondano in tanti a questo appello di solidarietà”.