Il sindaco Fabio Bergamini
Bondeno. Il sindaco leghista si rifiuta di celebrare le unioni tra gay? E allora lo faranno i consiglieri del Pd. A tre giorni dall’approvazione in parlamento della legge sulle unioni civili tra persone dello stesso sesso, l’amministrazione maltidea, come prevedibile, si spacca in due fazioni diametralmente opposte.
Da una parte c’è il sindaco Fabio Bergamini che, appoggiando la richiesta di ‘disobbedienza’ giunta dal ‘suo’ segretario Matteo Salvini, ha deciso di non celebrare i matrimoni same-sex. Dall’altra ci cono i consiglieri del Pd che si rendono disponibili a celebrare unioni civili tra omosessuali ed eterosessuali.
“Per noi i diritti sono prioritari e ci spiace vedere che per il nostro sindaco c’è sempre qualcos’altro a cui pensare quando il tema non è congeniale al suo partito. La sensazione di un Comune sede di un ufficio stampa leghista si rafforza ogni volta di più con uscite come questa” commenta il gruppo consigliare, riferendosi a una intervista apparsa oggi sulla stampa in cui il primo cittadino spiegava le motivazioni della sua ‘ribellione’, ovvero che ci sono cose più importanti da fare in Comune, come trovare un lavoro a chi non ce l’ha, una casa a chi l’ha persa col sisma.
“Non capiamo come si faccia a creare concorrenza tra unioni civili e disoccupazione, tra diritti delle persone omosessuali e quelli dei terremotati – replicano i rappresentanti in consiglio del Pd -. Questo modo di ragionare, questo portare ad una esasperazione del conflitto sociale senza proporre alternative ad uno scontro lo lasciamo alla Lega Nord, ormai maestra in questo”.
“Ci chiediamo come vengano decise le priorità, se si crede che queste emergenze prospettate dal sindaco siano prioritarie si abbia il coraggio di fare una manovra di bilancio che tagli tutto ciò che non è istruzione sociale, sicurezza e ricostruzione o ciò che il sindaco ritiene prioritario – proseguono i consiglieri -. Il nostro sindaco partecipa puntualmente a tutte le iniziative politico-elettorali della Lega, cosa più che legittima, ma che fa perdere qualsiasi credibilità alle dichiarazioni della perdita di tempo legata alla celebrazioni di matrimoni omosessuali”.
L’ultimo scontro non è sulle celebrazioni, ma sulle unioni in quanto tali. Bergamini aveva ribadito la sua posizioni sulle nozze, ovvero che devono essere tra un uomo e una donna. Un’uscita, per la verità non nuova, su cui torna anche il Pd: “La dichiarazione secondo la quale le unioni civili omosessuali siano poco serie o comunque meno serie di quelle eterosessuali dovrebbe far riflettere sulla discriminazione strisciante che è ancora più grave quando proviene da un sindaco”.
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