Eventi e cultura
24 Aprile 2016
Presentato il libro della banda comunale "Ludovico Ariosto" di Ferrara

La Banda filarmonica suona e scrive

di Redazione | 3 min

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banda-ariostea4di Federica Pezzoli

“Quando ero ancora un allievo nella scuola della banda, il mio maestro di allora mi disse che nel panorama musicale cittadino non esisteva nessun altro gruppo che potesse vantare una storia così lunga”. Così Mauro Mazza, ha spiegato cosa ha spinto lui, Marinella Antonelli e altri della Banda filarmonica comunale Ludovico Ariosto, a realizzare “La banda musicale nella tradizione italiana e ferrarese”, il volume presentato sabato mattina nella sala Agnelli della biblioteca Ariostea, nel quale si racconta la vicenda delle associazioni bandistiche in Italia e in particolare la storia della banda cittadina dalla sua fondazione nel 1831.

Dopo gli onori di casa del direttore della biblioteca Ariostea, Enrico Spinelli, la parola è passata al vicesindaco e assessore alla cultura Massimo Maisto: “avete ripreso dal 2014 con il nome di Ariosto e, a parer mio, è giusto perché Ferrara è Ariosto e il cinquecentenario ci aiuta a capire quanto la città sia legata a questo autore”. Maisto ha poi sottolineato quanto sia importante “recuperare il materiale musicale della città, ancora un po’ sparso fra i vari gruppi e orchestre”, “stiamo cercando di capire come farlo”; infine ha concluso esprimendo soddisfazione perché “le bande stanno riaprendo e riprende anche nei giovani l’interesse per un modo di fare musica che sembrava stesse scomparendo”.

Un aspetto ripreso dal nuovo presidente della banda comunale, Stefano Mandrioli: “quando siamo ripartiti nel 2014 eravamo in 35, ora siamo circa 50, con molti giovani, anche grazie alla scuola annessa alla banda”.

È stato proprio Mandrioli a spiegare il perché di questo libro: “era giusto raccontare la storia delle bande in Italia e in particolare della nostra. È stato fatto un lavoro importante di documentazione storica e sono state effettuate anche interviste a figli di bandisti che hanno partecipato alle associazioni bandistiche negli ultimi 50-60 anni”. Il tutto perché “pensiamo che il nostro scopo non sia solo fare bella musica, ma anche allargarci anche ad altri ambiti”.

Se il professor Claudio Cazzola, che ha scritto l’introduzione del volume, ha citato Platone per definire la banda come “una continua ricerca della filosofia”, Mauro Mazza, autore della sezione sulla banda Ludovico Ariosto, ha ricordato quello che a suo parere è il pregio principale delle bande musicali: “hanno preso la musica dalle sale dorate dei teatri riservate a nobili e borghesi e l’hanno portata nelle strade e nelle piazze, per questo la loro è una tradizione di musica popolare, ma attenzione popolare, non significa di minor valore”. Paolo e Roberto Bonora, anch’essi componenti dell’ensemble, hanno curato la redazione delle schede tecniche e storiche su alcuni strumenti in coda al volume e la parte grafica attraverso la “ricerca di immagini, dipinti, fotografie di personaggi locali e non che hanno contribuito alla diffusione delle bande” nel corso del tempo nel nostro paese.

La mattinata in Ariostea non poteva che concludersi con un concerto nel cortile della biblioteca: la Banda filarmonica comunale Ludovico Ariosto, diretta dal maestro Caleffi, ha iniziato con l’inno nazionale e poi ha suonato brani di Piazzolla, Morricone, Gershwin, Santana.

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