Cronaca
10 Ottobre 2015
Parzialmente accolte le istanze dell'associazione, giunte però dopo l'entrata in vigore della nuova normativa

Iva sulla Tia, il tribunale respinge l’azione di Confcosumatori

di Redazione | 2 min

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unnamed (10)di Francesco Altavilla

L’azione collettiva avviata da Confconsumatori contro Hera è stata dichiarata inammissibile dalla seconda sezione civile del Tribunale di Bologna, ma l’associazione tramite il presidente Secondo Malaguti ha definito il pronunciamento dei giudici “un risultato dalla portata non piccola”.

Nel testo della sentenza, che riferiva ad una richiesta di rimborso dell’Iva sulla tariffa di igiene ambientale per il periodo compreso tra il 2006 ed il 2012, viene recepita la distinzione stabilita dalla Corte di Cassazione tra Tia/1 (tariffa di igiene ambientale) e Tia/2 (tariffa per la gestione dei rifiuti urbani). Nella sentenza 5831, pronunciata dalla quinta sezione della Corte di Cassazione viene infatti stabilito che la Tia/1 non è assoggettabile ad Iva, ma che lo sia invece la Tia/2.

La strada scelta dai legali di Confconsumatori, gli avvocati Lorenzo Zappaterra e Sergio Di Chiara, è stata quella di avviare una “class action”, in luogo della procedura più consueta che vedeva nel Giudice di Pace l’organo giudiziale prediletto già in altri casi in Emilia Romagna.

Alla distinzione fatta nella sentenza pubblicata il 20 maggio 2015, si aggiunge il riconoscimento della legittimità della restituzione della sola Tia/1 pur non potendo condannare Hera, dal momento che la normativa sull’azione collettiva (legge 23 luglio 2009 n. 99, art. 140 bis) non consente al Tribunale di pronunciarsi su fatti antecedenti l’entrata in vigore della normativa stessa, cioè il 2009. Il Comune di Ferrara infatti, introdusse nel 2008, in sostituzione della Tia/1, la Tia/2, in merito alla quale l’applicazione dell’Iva è definita dalla sentenza “certamente legittima in quanto corrispettivo per prestazioni erogate”. Dunque se da una parte la richiesta di risarcimento sarebbe stata legittima ma tardiva (dal 2006 al 2008), dall’altra (il periodo dal 2008 al 2012) sarebbe stata infondata ai sensi di quanto stabilito dalla Corte di Cassazione.

Il giudizio positivo dei legali e del presidente regionale di Confconsumatori, più che l’esito del contenzioso legale, è la modalità rivendicativa prescelta. “Un aprifila importante” lo ha definito l’avvocato Sergio Di Chiara, che ha aggiunto come “l’azione collettiva consenta ai consumatori di mantenere i costi legali bassi, pur dovendo scegliere di scendere ad un compromesso riguardo i limiti della normativa”. A giudizio di Secondo Malaguti, le tante lettere giunte da cittadini della provincia di Ferrara agli avvocati Zappaterra e Di Chiara, “fanno pensare che se l’azione legale avesse avuto luogo prima, il risultato sarebbe stato positivo su tutta la linea”.

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