Politica
24 Giugno 2015
Dana (Comitato area disabili): "Frustranti le barriere architettoniche in strutture nuove come l'ospedale di Cona"

Disabilità, “stesse battaglie di 10 anni fa”

di Redazione | 4 min

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“Capire gli ambiti, le caratteristiche e le problematiche di un tema così vasto e complesso come la disabilità e comprendere se, nel caso, possa esserci posto per un nostro ruolo”. Queste le finalità spiegate dalla consigliera Deanna Marescotti, durante l’incontro “Confronto e indagine conoscitiva sul mondo della disabilità a Ferrara”, che si è svolto mercoledì in Municipio e ha visto partecipe la commissione delle pari opportunità.

Questo primo incontro, richiesto da Paola Peruffo consigliera comunale di Fi, aveva infatti l’intenzione di far conoscere alla commissione la situazione attuale per i disabili a Ferrara. Presente all’incontro, infatti oltre alle assessore comunali Annalisa Felletti e Chiara Sapigni, c’era il portavoce del Comitato ferrarese area disabili Carlos Dana, mancava invece il responsabile dell’Ufficio benessere ambientale del Comune di Ferrara Fausto Bertoncelli.

“A Ferrara – spiega Carlos Dana – sono presenti una trentina di realtà tra associazioni cooperative e enti di formazione. Come Comitato area disabili siamo riusciti a unire le diverse federazioni presenti sul territorio e con questo riusciamo ad essere dentro a molti tavoli di concertazione, ad esempio: nell’inserimento scolastico, all’interno della commissione per il collocamento mirato, nel foro del terso settore. Siamo in collaborazione con l’Ufficio benessere ambientale, che è uno strumento importante per l’amministrazione perché fa da filtro tra associazioni, città e istituzioni, in materie come il traffico, i permessi, gli stadi. Siamo presenti nel piano di zona, che gestisce tutta la progettazione per il welfare e in base a piani triennali di progettazione”.

La presenza e la convocazione di questo lavoro della commissione è risultato soprattutto legato alla progettualità, per quei temi comuni alle associazioni disabili quali: accessibilità, mobilità e barriere architettoniche. “La legge sulla disabilità – spiega Dana – risale al 1989, ma se vi guardate intorno non sembra essere passato così tanto tempo. Le nostre battaglie di 10 anni fa sono purtroppo uguali quelle che stiamo conducendo ora”. Dana continua spiegando la filosofia che sta alla base del lavoro del comitato, e delle sue relazioni con l’amministrazione e il mondo dei privato. “Fino a poco tempo fa si parlava di integrazione sociale, ma è un modo sbagliato di intendere la realtà, perché sottende l’idea di costruire una integrazione successiva per i disabili, ovvero prima si costruiscono le scale e poi si pensa alle rampe. Noi invece vogliamo arrivare all’inclusione sociale, affinché un disabile possa far parte di questo mondo fin dal principio e non ci sia più l’idea di integrarlo in esso solo successivamente”.

Per Chiara Sapigni “il comitato ferrarese disabili è un interlocutore dal valore aggiunto, perché permette di trattare delle questioni prioritarie con omogeneità e coesione. Purtroppo in questo, come in altri campi, la divisione spesso è all’ordine del giorno, e questo è dovuto anche a personalismi, che diventano un problema ulteriore per l’amministrazione. Il comitato permette invece credibilità e rappresentanza”. Quanto all’eliminazione delle Provincie, per la Sapigni “essa può avere ripercussioni in materia, come in quella sul fondo regionale per disabili dove è stata mantenuta la competenza provinciale”.

Ripercussioni legate alla cessazione delle competenze provinciali toccano anche il coordinamento tra Ferrara e gli altri comuni. In questo, spiega l’assessore Sapigni, Ferrara ha accolto il testimone per dare continuità e sollecitato gli altri comuni ad aderire, “ma per ora le adesioni sono risultate solo due su tutti i Comuni presenti sul territorio. Dobbiamo inventarci qualcosa per creare maggiore coordinazione. C’è l’ufficio benessere, sotto l’ingegnere Fulvio Rossi, che deve essere luogo di facilitazione contro le barriere e ci devono essere percorsi di formazione più specifici, arrivare finalizzati per chi fa i progetti in modo da eliminare le barriere architettoniche”.

Proprio le barriere architettoniche (come nelle scuole Ercole Mosti e L’aquilone, portate ad esempio da Paola Peruffo, e la difficoltà pratiche tra leggi urbanistiche e buon senso, portate ad esempio da Vittorio Anselmi) e la difficoltà dell’inserimento scolastico e lavorativo dei disabili (come per Vito Guzzinati, che ha chiesto maggiori informazioni sulle sanzioni per le aziende che non ottemperano all’inserimento) è stato al centro delle discussioni, comunque rinviate a settembre per essere trattate con maggiore impegno e tempo a disposizione. “La strada da fare è molta – continua la Sapigni – purtroppo la riduzione di fondi di questi anni non aiuta, e comporta anzi sfide nuove per nuove soluzioni”.

Quanto alle barriere architettoniche, Carlos Dana sottolinea che “ciò più ci frustra è il nuovo, non tanto i beni vincolati o i vecchi edifici. L’ospedale di Cona, ad esempio, è nuovo e pieno di barriere. È su questo che dobbiamo agire. Come non è possibile che una macelleria che viene trasformata in farmacia, o una scuola, non possa essere progettata anche per i disabili”.

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