“Vogliono smantellare il servizio pubblico per darlo in svendita ai privati. Già si parla di ritoccare ulteriormente i festivi. Noi non ci stiamo, abbiamo una grande responsabilità e aumentando ancora i carichi di lavoro i rischi poi ricadrebbero sui passeggeri”. È con queste parole che questa mattina, giornata di sciopero nazionale del trasporto pubblico locale – che a Ferrara ha visto un’adesione del 60 percento -, a partire dalle 10 una sessantina di lavoratori del trasporto pubblico aderenti all’Usb hanno manifestato con un sit-in all’ingresso del municipio chiedendo un incontro – ottenuto per la mattinata di giovedì – con l’assessore Modonesi.
L’Usb denuncia l’ipotesi ventilata da Tper di esternalizzare un milione di chilometri ai privati, incentivando anche 25 lavoratori con diecimila euro per un trasferimento della durata di 40 mesi a Bologna, giustificando la scelta, secondo il sindacato, con una razionalizzazione dei costi per ottenere il pareggio di bilancio nonostante un attivo di 243mila euro e accantonamenti per 8 milioni.
Le osservazioni dell’Usb, messe anche nero su bianco in un volantino consegnato ai passanti, sono quindi dirette e incisive: “Tutto questo mira a privatizzare il trasporto pubblico e a demolire i nostri contratti, e Ferrara non può sostenere una riduzione così consistente di personale per svolgere il servizio. Le organizzazioni che hanno sottoscritto l’accordo del 4 febbraio in Comune sono complici del giochino che ha permesso che paghino sempre i soliti noti per decisioni che calano dall’alto, permettendo a Tper di scaricare una quota dei propri costi sui lavoratori”.
Il sindacato chiama poi in causa anche i comuni che avrebbero dovuto versare un contributo a Tper pari a venti centesimi a chilometro, spiegando che “ne hanno versati appena cinque”, oltre a richiamare l’amministrazione del capoluogo sulla scelta “folle” di utilizzare bus piccoli per la copertura della linea 11.
Ecco che quindi l’Usb, in atteso dell’incontro con l’amministrazione nei prossimi giorni, rivendica “il rispetto dei cittadini”, “il diritto al lavoro e alla mobilità sul territorio ferrarese” e pretende “spiegazioni da parte degli amministratori che hanno scientificamente demolito una porzione fondamentale del trasporto pubblico locale nel nostro territorio”, in modo da evitare che “il problema di 25 lavoratori di Ferrara crei danni e disagi nel territorio di Bologna, considerato più ricco ma che da anni mostra segni di cedimento”.
La protesta, come raccontano gli organizzatori della manifestazione, “è appena cominciata”. L’appuntamento quindi è per la mattina del 2 aprile.
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