Cronaca
26 Febbraio 2015
Cona, la risposta del M5S al direttore generale del Sant'Anna: "Nemmeno si è accorto di essere indagato"

“Sperpero superiore a Mafia Capitale”

di Ruggero Veronese | 3 min

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Un vero e proprio “scandalo” che “in termini di sperpero di risorse pubbliche supera di parecchio quello di Mafia Capitale“, ma che tuttavia “sembra essere quasi relegato al ruolo di leggenda metropolitana raccontata solo a Ferrara“. Così la deputata Giulia Sarti e la consigliera regionale Raffaella Sensoli del Movimento 5 Stelle descrivono la situazione dell’ospedale di Cona, facendo prepotentemente uscire il caso dalla sua dimensione locale e ponendolo addirittura al di sopra – in una graduatoria non proprio lusinghiera – dell’inchiesta che turba il sonno dei romani.

Le due politiche pentastellate sono reduci dall’ispezione di domenica pomeriggio nel condotto sotterraneo del Sant’Anna, dove oltre a visionare con i propri occhi la situazione della struttura inaugurata appena due anni fa hanno discusso a lungo dei dettagli sul processo in corso, sulla nuova indagine aperta dalla procura e sui costi di gestione dell’ospedale. E la prima considerazione è di natura politica: “Siamo costernate, ma oramai non più stupite – affermano Sarti e Sensoli -, nel constatare  come il Partito Democratico segni, con il suo distacco tra le parole e i fatti, un’idiosincrasia verso i reali bisogni della popolazione.  L’ultimo caso in cui ci siamo imbattute, mentre tutti celebrano a piene pagine il presunto cambiamento di cui sarebbe portatore Marcello Tonini ai vertici della Sanità Romagnola, sono i cunicoli dell’ospedale Sant’Anna di Cona”.

Un ospedale che le due pentastellate definiscono “enorme, decisamente sovradimensionato rispetto al bacino di utenza, costruito in una zona depressa e paludosa, denominata non a caso “Fondo della morte”, con infiltrazioni d’acqua assurde riparate alla bell’e meglio con grondaie interne e imbuti per il vino, il tutto coperto con un milione di euro (in realtà 600mila euro come illustrato in articolo a parte, ndr) di pannelli per non far vedere lo stato del muro”. Ma le vere note dolenti potrebbero essere le altissime spese gestionali dell’ospedale, dal momento che “sentendo parlare anche del miliardo di euro di spese non preventivate – continuano Sarti e Sensoli -, è ovvio che di inadeguato c’è stato anche altro”. Il riferimento è a quei 900 milioni di euro a Progeste per i servizi no-core di cui non si faceva menzione nel primo contratto di appalto del 2006, quando si preventivava una spesa annuale di 23 milioni. Spesa poi salita, come testimonia l’ultimo bilancio di previsione del Sant’Anna, a 53 milioni: 30 milioni di euro in più all’anno per 30 anni.

“Oggi ci domandiamo – è la riflessione delle due rappresentanti M5S – perché questo scandalo, che in termini di sperpero di risorse pubbliche supera di parecchio quello di Mafia Capitale, sembra essere quasi relegato al ruolo di leggenda metropolitana raccontata solo a Ferrara. Ci domandiamo anche perché nella recente campagna elettorale, per la Presidenza della Regione, Cona è stata solo un pulpito da trattare con discrezione e non una vergogna da denunciare. Infine ci domandiamo se sia il caso di mettere un indagato (Tiziano Corradori, ndr) alla guida di quella che ormai sembra essere una polveriera pronta a esplodere. La presunzione d’innocenza, che noi rispettiamo e difendiamo, non dovrebbe però far dimenticare alle istituzioni il concetto di “opportunità”. In una situazione del genere sarebbe auspicabile, invece del solito scambio di poltrone tra manager super pagati, la ricerca di personalità che non debbano preoccuparsi della loro situazione legale. Per quanto Tiziano Carradori non sembri essere molto preoccupato delle accuse, né dei debiti che la sua gestione ha lasciato a Ravenna”.

L’ultimo attacco delle due grilline è rivolto al direttore generale uscente Gabriele Rinaldi, al quale “sconsigliamo di minimizzare usando battute e considerazioni fuori luogo sulla situazione che è stata sotto i suoi piedi per molto tempo. Visto che non sapeva nemmeno di essere indagato può darsi gli sia sfuggito anche altro. Per quanto ci riguarda cercheremo, nel rispetto del nostro ruolo e con gli strumenti che ci sono consentiti, di far conoscere la situazione di Cona. Nel frattempo invitiamo la Regione a riflettere sulle scelte che contraddicono le dichiarazioni di intenti”.

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