Cronaca
21 Febbraio 2015
I sindacati: “Dal governo e dai precedenti solo misure spot”

Sistema giustizia in crisi

di Redazione | 3 min

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Circa 8000 unità di personale mancanti, corrispondenti a pressappoco il 18% del totale degli impiegati. Sono cifre che riguardano il sistema giudiziario nazionale e la sua cronica carenza di organico. Una situazione alla quale i provvedimenti del governo presieduto da Matteo Renzi sembrano non dare una risposta convincente. Secondo il parere dei rappresentanti sindacali di Cgil funzione pubblica, Cisl funzione pubblica e Uil pubblica amministrazione, le misure messe in campo dall’attuale governo e dai precedenti altro non sono state che «misure “spot”, più utili alla propaganda politica che a riformare come necessario il sistema giudiziario nazionale – sostiene Francesca Battista, di Cgil funzione pubblica – non si vuole affrontare il nodo di una riforma del sistema giustizia nel suo complesso».

I rappresentanti sindacali ferraresi, si sono riuniti per una piccola azione dimostrativa e per distribuire volantini informativi davanti al tribunale di Ferrara, in coordinamento con le più ampie mobilitazioni che vedono coinvolti in contemporanea i dipendenti dei tribunali di Milano, Roma e Reggio Calabria.

La richiesta è quella di un riassetto profondo del sistema giudiziario nazionale, affinché gli oneri derivanti dalla carenza di personale non ricadano sugli impiegati, chiamati a svolgere mansioni per le quali non hanno ricevuto l’adeguata formazione, né viene corrisposta una retribuzione proporzionata. La cronica carenza di personale a livello nazionale, che si può sintetizzare con una media di 1000 pensionamenti annui senza che siano indetti concorsi per nuove assunzioni da circa vent’anni, ha un riscontro immediato anche nel panorama ferrarese.

«Servirà a poco anche la misura che prevede un bando di mobilità dagli enti pubblici per gli uffici giudiziari – prosegue Francesca Battista – i 1031 posti messi in palio dal concorso nazionale indetto dal ministero della Giustizia, nel caso in cui i vincitori siano dipendenti delle provincie, vedranno il loro stipendio coperto per il 50% proprio dagli enti locali di provenienza, che come sappiamo non versano in condizioni economiche meravigliose».

Una misura giudicata da tutti i sindacalisti presenti al presidio, assolutamente inadeguata a risolvere un problema che è ben più profondo e che misure come la riforma della geografia giudiziaria dello scorso febbraio non hanno fatto che aggravare, allontanando gli uffici dalla cittadinanza.

Nel mirino anche il tanto decantato processo di digitalizzazione delle procedure giudiziarie, «un progetto lodevole in linea di principio – sostiene Sonia Uccellatori di Cisl funzione pubblica – al quale però manca un adeguamento formativo delle risorse umane».

È Paolo De Santis della Rsu Cisl ad illustrare l’eloquente caso ferrarese: «Presso il Tribunale di Ferrara sono impiegati 67 funzionari, che si dividono i procedimenti civili, penali ed amministrativi. Tuttavia, in ragione delle “fasce” professionali di appartenenza 21 di questi dipendenti non hanno accesso alle risorse digitali del Tribunale, 24 vi hanno accesso ma non possono depositare gli atti e solo 16 posso utilizzare liberamente il sistema. Una situazione del genere, conseguenza della cronica mancanza di scatti professionali negli ultimi anni, comporta un rallentamento delle procedure e chiaramente notevoli disagi all’utenza».

La richiesta delle delegazioni sindacali, a Ferrara così come nelle piazze italiane che hanno aderito alla mobilitazione, è quella di una riorganizzazione profonda del “sistema giustizia”, in cui agli annunci sensazionalistici seguano poi misure efficaci volte a rendere la struttura giudiziaria del Paese sempre più razionale ed efficiente.

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