Bondeno
11 Novembre 2014
Dopo i soldi per il terremoto. L'ira della Filctem-Cgil: "Non accettiamo la logica del prendi e scappa"

Shock Ursa, riapre ma avvia i licenziamenti

di Redazione | 3 min

ursa ricostruzioneBondeno. Venerdì 7 novembre avrebbe dovuto essere una giornata di festa a Bondeno: presso lo stabilimento Ursa Italia, con la partecipazione di Unindustria (senza il sindacato) è stato ufficializzato ai lavoratori il termine dei lavori di ricostruzione post sisma e il riavvio degli impianti dopo il crollo totale della struttura nella notte del 20 maggio 2012 (c’è un processo in corso) nel quale perse la vita il giovane Tarik Naouch.

Ma a trasformare i sorrisi e la speranza in dramma ci ha pensato la notizia, improvvisa e inaspettata, dell’avvio della procedura di licenziamento collettivo da parte della multinazionale spagnola che ha lasciato i lavoratori sconcertati. Immediata la reazione della Filctem-Cgil: “Si è consumato uno strappo profondo, raggiungendo sicuramente il punto più basso nelle relazioni con il sindacato e con il territorio che ospita le attività della multinazionale spagnola”. Uno strappo doloroso anche per via di quelle “buone pratiche che le parti sociali e le istituzioni di questa Regione, a tutela e salvaguardia delle attività produttive e dell’occupazione, che hanno permesso di gestire in questi anni non solo gli effetti della crisi economica ma anche quelli del sisma del 2012 attraverso gli ammortizzatori sociali e gli aiuti alla ricostruzione” che sembravano aver dato il loro frutto.

ursa2“Negli ultimi due mesi – spiega la segreteria della Filctem – abbiamo tenuto incontri interlocutori presso la sede di Unindustria Ferrara con la direzione aziendale di Ursa Italia supportata da un loro studio di consulenza. L’azienda, per voce del loro consulente, nel tracciare (in maniera
grossolana) le modalità di start up dell’impianto (che prevede l’installazione di una sola linea di produzione delle due preesistenti) e rassicurando il sindacato sulla volontà di riassorbire tutti i lavoratori ancora in cassa integrazione e quindi di mantenere inalterato l’organico aziendale, affermando tuttavia che allo stato attuale il personale è ridondante”, tanto che, riporta il sindacato, l’azienda avrebbe preferito non parlare di esuberi né tantomeno di ammortizzatori sociali, respingendo ogni ipotesi di necessità di utilizzare il contratto di solidarietà. “Ci rappresentò anche una serie di valutazioni economiche ed un loro progetto di abbattimento del costo del lavoro, sempre a detta loro per salvaguardare l’occupazione – prosegue la Filctem -, impegnandosi, su nostra richiesta, a fornirci dati e informazioni utili a proseguire il confronto nel merito sia degli aspetti economici che organizzativi”.

Ma qualcosa è cambiato improvvisamente se è vero che “all’ultimo incontro del 21 ottobre scorso l’azienda, disattendendo gli impegni assunti, comunicando che non ci avrebbero fornito neanche in quella sede alcun dato relativo ai loro studi preliminari e ritenendo pertanto concluso il confronto con il sindacato, ci ha seccamente informati che avrebbe usato, senza entrare in alcun modo nel merito, le procedure previste dalla legge per la gestione del personale in esubero”. Una rottura netta che ha portato la Filctem a convocare per la mattinata di giovedì 13 novembre un’ assemblea dei lavoratori presso la Camera del lavoro di Bondeno e al contempo ad attivarsi nei confronti delle istituzioni locali al fine di aprire nuovamente un tavolo di confronto con l’ azienda “a tutela e salvaguardia delle attività produttive e dell’occupazione, perché la logica del ‘ prendi i soldi e scappa’ non può essere accettata”.

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