È un impegno a tutto tondo sulla scuola quello che i due candidati alle europee per la lista L’altra Europa con Tsipras hanno dichiarato di voler mettere in campo questo pomeriggio al parco Massari durante un incontro con Girolamo de Michele, Mauro Presini e i due candidati Isabella Cirelli e Carlo Salmaso.

“Il mio impegno vuole essere in difesa della scuola pubblica, che è uno dei beni comuni della società e deve rimanere legato alla cittadinanza, formando cittadini con spirito critico, e non dev’essere legato a logiche di mercato”, spiega la Cirelli – mamma di una bambina di quattro anni, dipendente della filiale bolognese di un’impresa danese e da sempre impegnata in più associazioni volte alla promozione della diversità -, che poi continua: “In un momento di amoralità civile, sociale e politica dobbiamo pensare che le politiche a sostegno della scuola possano arrivare da un’Europa solidale e che pensi ai cittadini”.

Grossomodo sulla stessa linea si schiera Carlo Salmaso, insegnante di matematica e matematica applicata nelle scuole della provincia di Vicenza e Padova che nel 2002 partecipò alla campagna per il referendum contro il “buono scuola” alle scuole private della Regione Veneto e contribuì poi a fondare la sede padovana deli ‘Comitati per una buona scuola per la Repubblica’, mentre dal 2012 collabora alla stesura della proposta di legge “Norme per il governo della scuola della Costituzione”.

“Ho deciso di candidarmi – spiega Salmaso – perché vorrei che l’Europa intervenisse per modificare alcune politiche globali come quella sulla scuola, che ora riceve direttive dall’Ocse – l’organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, ndr -, che è un ente economico, e già solo questo fa capire l’idea di profitto sulle scuole che si scontra con la scuola intesa come elemento inclusivo e di formazione”.

“Su questi temi – continua Salmaso – va aperto un dibattito per agire a livello di parlamento europeo per portare avanti i modelli migliori, come, per rimanere in Italia, le nostre scuole d’infanzia e primarie, sebbene un po’ snaturate dai continui tagli all’istruzione, oppure, guardando all’estero, per importare altre esperienze di altri Paesi come ad esempio quelli scandinavi, dove le scuole superiori non hanno valutazioni, non ci sono i voti come da noi, ma nonostante tutto rimane uno dei sistemi migliori al mondo. Queste pratiche potrebbero essere condivise se ci fosse un raccordo a livello di parlamento europeo”.